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Mario Sconcerti, editorialista del Corriere della Sera e opinionista per Sky, questa mattina racconta di un'Inter equilibrata, 'che gioca meglio di un anno fa e cerca il risultato attraverso la propria differenza. Decidono i singoli e su quel piano i nerazzurri non hanno eguali'. Ecco alcune parti della sua analisi:
"Torna al gol Milito. Il modo in cui festeggia dà il senso dell'attesa. Era diventato davvero un problema. Lo manda in porta Eto'o che poi segna a sua volta confermandosi capocannoniere. Non è un'Inter impressionante, ma lo diventa per la regolarità con cui domina gli avversari. Sembra un campionato in cui gli sfidanti fanno fatica a trovare il filo. L'unico che resiste è quello dell'Inter nonostante il tempo. Siamo ormai al quinto campionato in cui la squadra di Mancini-Mourinho-Benitez è in testa. Non è normale. Per trovare qualcosa del genere in Italia bisogna tornare alla Juve degli Anni 30 e al Grande Torino. L'Inter ha indubbiamente preso il corridoio giusto, ma la sua forza è coincisa con i momenti di rifondazione degli avversari. Il Milan è quello che si avvicina di più all'inseguimento per la forza dei singoli. Ma questa divisione è quella di fondo del calcio. Non credo esista una verità assoluta su cosa conti di più tra la squadra o gli individui. L'equilibrio arriva dal collettivo, ma la differenza la fanno i fuoriclasse. Il Milan ha per adesso solo la seconda parte della mercanzia. Affonda la Roma che esce probabilmente da qualunque ambizione di scudetto. Ma la squadra non ha anima e ha dimenticato qualunque schema. Sembra essersi aperto uno di quei vuoti che rendono diverso il calcio. Una specie di segreto universale che sul campo è chiarissimo. La Roma gioca male, ma l'arbitraggio è pessimo, a tratti ingiustificabile".
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