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SCONCERTI: “IL MILAN NON E’ PIU’ FORTE DELL’INTER, MA NON E’ CHIARO QUANTO CI METTERANNO I NERAZZURRI A RITROVARSI”

Mario Sconcerti, come ogni lunedì, analizza sul Corriere della Sera i temi del campionato. Oggi l’attenzione è più che mai rivolta alla corsa scudetto, riaperta dalla vittoria del Milan sul Chievo e dalla sconfitta dell’Inter a...

Daniele Mari

Mario Sconcerti, come ogni lunedì, analizza sul Corriere della Sera i temi del campionato. Oggi l'attenzione è più che mai rivolta alla corsa scudetto, riaperta dalla vittoria del Milan sul Chievo e dalla sconfitta dell'Inter a Catania:

L’Inter è più squadra ma si è involuta, il Milan è una somma di talenti che funziona Èuno dei suoi vecchi classici a rimettere in corsa il Milan. Seedorf non ha più corsa, recupera lentamente come tutti i calciatori anziani, ma ha una sensibilità tecnica che in tempi aridi come questi è vera differenza. Il Milan così è a un punto dall’Inter, quasi come se niente fosse, come non avesse perso i due derby e non fosse appena uscito dalla Champions.La partita con il Chievo non è stata bellissima. Ha avuto momenti di grande intensità solo negli ultimi 35 minuti. Prima sembrava una gara di fine stagione tra due squadre molto diverse ma entrambe ben organizzate e senza interessi. Anche San Siro aspettava quasi in silenzio, incerto se scegliere la speranza del campionato o l’astio per i 4 gol di Manchester. Non è più forte dell’Inter questo Milan messo insieme da Leonardo su un bel po’ di vecchio cemento d’autore. Ma non è più chiaro quanto tempo possa impiegare l’Inter a ritrovarsi. In un calcio normale, in una buona gestione delle difficoltà comuni, il Milan ha qualcosa in più. Più giocatori che possono decidere. L’Inter è più squadra, ha più forza e un’isteria di fondo, una rabbia tecnica completamente ereditate dal suo allenatore. Il Milan è più fragile, estemporaneo, vince quando esce Pirlo, gioca con una serie impressionante di vecchi giocatori che hanno però una grande memoria comune e seguono il progetto quasi sentimentale di Leonardo.A me sembrano entrambe due scelte di debolezza. L’Inter ha 7 punti meno di un anno fa, 8 meno di due anni fa. Si è molto involuta. Il Milan è una somma di talenti e di ricordi, fa fatica ad avere logica. Infatti a grandi livelli non esiste più. Ma sono le squadre più forti di questo Paese. Daranno comunque vita a una grande corsa. Quando si è fianco a fianco non conta la cilindrata, conta la suspence, il mistero della gara. Anche la Juve cade nell’errore di considerare una partita estrema quella con il Siena in cui sembra distrarsi e prende 3 gol in rimonta. Il grande vantaggio iniziale (3 gol in 11 minuti) è stato certamente una cattiva educazione alla gara, ma sono poi le ragioni di fondo che fanno i risultati. E quelle dicono che la Juve prende gol ininterrottamente da 15 partite di campionato. Aveva preso 3 gol altre 3 volte, non era una novità.Nello stesso breve periodo di Zaccheroni ne ha presi 11 in 7 partite. Questo significa non avere fase difensiva, cioè non avere equilibrio di squadra. Può andare o meno in Champions, personalmente penso di sì, ma non è ancora una squadra. È comunque una corsa strana anche quella per il quarto posto. Ieri, fra le tante in gara, ha vinto solo il Genoa. Non è chiaro dove sia la via di mezzo di Gasperini. Il Genoa segna tanto e incassa tantissimo. Ma nel suo calcio ci sono vecchie novità importanti per quanto cerca profondità e velocità. Palladino e Palacio a tratti sono stati ieri il suo settimo e ottavo centravanti stagionale. E il bello è che tutti hanno sempre segnato. Questo è calcio.