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Mario Sconcerti, dalle colonne de Il Corriere della Sera, commenta così la serata di Champions dell'Inter, sconfitta 2-0 sul campo del Barcellona: "L’Inter perde contro un Barcellona normale confermando la sua stessa normalità. Non è rimasto molto del vecchio, leggendario Barcellona, questo sembra una squadra d’inizio millennio, prima che arrivassero Guardiola e Messi. Una squadra del tempo, che non è appunto un tempo di grandi giocatori. Non poteva essere l’Inter la nuova stella polare. Ha giocato con insistenza e discreto anonimato, una partita complessivamente grigia fra due squadre che non hanno trovato o non hanno proprio la scheggia in più.
Il Barcellona è lontano da se stesso, ha perso molto e farà fatica a rinnovarsi. Non importa quanto sei ricco se non ci sono soggetti giusti da comprare. Spendi e basta. Ma l’Inter è stato un gattino sulle ginocchia del padrone, mai duramente in partita. Una partita tra eunuchi, nel grande senso intelligente che la parola aveva quando gli eunuchi guidavano l’impero di Bisanzio. Uno sguardo di desiderio sapiente e impossibile, non di più. La partita di per se stessa conta pochissimo grazie al pareggio del Tottenham in Olanda, l’Inter si avvia a una qualificazione che sembrava abbastanza impossibile all’inizio. E non è molto importante nemmeno la figura leggera fatta a Barcellona. Non esistono oggi squadre dure, usciamo da tre edizioni vinte dal Real che oggi è la vittima più continua. La Champions oggi è volubile come un giramento di testa: l’unico farmaco è cambiare partita, svoltare la vita. Passerà da solo. "
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