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Sconcerti: “Inzaghi? No, ecco a chi si riferisce Marotta quando parla di riflessioni”

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L'analisi del giornalista: "L'Inter è stata dentro la gara molto più che con la Juve. Sentiva il momento. Tre gol sono state prodezze"

Marco Astori

Tra le pagine dell'edizione odierna del Corriere della Sera, Mario Sconcerti, giornalista, ha analizzato così la vittoria dell'Inter sul Bologna: "Tre giorni dopo la caduta rumorosa di Torino, l'Inter trova con facilità e bellezza la quinta vittoria in sei partite e tocca una classifica che non aveva ancora avuto. Sembrerebbe tutto molto contraddittorio, in realtà il Bologna è uno di quegli avversari che si addicono all'Inter, gioca benino e perde molti palloni. Cerca il gioco, ma non ha la qualità dell'Inter. Così il risultato diventa presto normale. L'Inter è stata dentro la gara molto più che con la Juve. Sentiva il momento. Tre gol sono state prodezze, chi sa segnare così non può sbagliarne quattro davanti alla porta.

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In realtà ogni tanto si annoia e finisce per rilassarsi. Quando Marotta parla di dure riflessioni da fare, non si riferisce a Inzaghi, pensa ai giocatori. Inzaghi è una buona soluzione imperfetta, non è un motivatore, ma conosce il mestiere. Quando l'allenatore è un po' trasparente, la squadra si sente protetta a priori, sa dove cadrà la debolezza se le cose andranno male. Marotta ha voluto cancellare l'alibi. Sa che non può essere colpa del tecnico se grandi giocatori commettono errori elementari, vuol dire che non funziona qualcosa nella psicologia della squadra. Il messaggio è stato ricevuto e capito. Ora la stagione si riapre anche se per altri obiettivi".

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