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Sconcerti: “L’Inter non studia la squadra, ma solo cessioni. Milan e Napoli in pole”

Mario Sconcerti, nel suo editoriale sul Corriere della Sera, analizza la situazione delle big italiane: “Da qui alla fine mancano una decina di giocatori da aggiungere al mercato, non so quanta differenza potranno fare. Mi sembra che la...

Daniele Mari

Mario Sconcerti, nel suo editoriale sul Corriere della Sera, analizza la situazione delle big italiane: "Da qui alla fine mancano una decina di giocatori da aggiungere al mercato, non so quanta differenza potranno fare. Mi sembra che la confusione delle squadre attualmente sia superiore al vantaggio che potranno portare gli ultimi acquisti. Il modo in cui Gasperini vuol fare giocare l'Inter non è per esempio molto meno importante della partenza di Eto'o. Io ho molta fiducia in Gasperini, non gli ho però ancora sentito spiegare perché l'Inter dovrebbe cambiare modulo. Quali sono i vantaggi del 3-4-3? Sono adatti Maicon e Zanetti a fare il doppio ruolo senza una mezzala che ne copra la corsa? E se restasse, in che ruolo sarebbe previsto Sneijder? Si sono confrontati i vantaggi delle novità con i danni? Esiste un break even tecnico e che possibilità c'è che l'Inter lo raggiunga in fretta?

L'impressione è che si stia trascorrendo il tempo della preparazione non a studiare la squadra ma a concepire cessioni. Si è parlato pochissimo di calcio, come se l'Inter attuale non riuscisse a trovare più la vecchia concretezza. Può dopo un mese Gasperini dirci che Inter vede nella sua testa? E la società spiegarci cosa finalmente bisogna attendersi? Restando nell'area della confusione, mi sembra ce ne sia in abbondanza anche intorno alla Roma. Se arriva Osvaldo parte Borriello? E, nel caso, qual è il vantaggio? Questo mercato della Roma, peraltro interessantissimo e guidato con astuzia sta diventando uno scambio continuo dove il saldo resta sempre un'incognita. Bojan per Vucinic, Lamela per Ménez, José Angel per Riise. Potrebbe il tecnico anche qui spiegarci dove vede il vantaggio? Sono domande, non sono dubbi.

A volte basta cambiare per sentirsi più felici, a volte no, si raddoppia il problema. Ma sembra ci sia una stagione per tutto. Nel calcio si parla di calcio solo quando una squadra perde. Se vince, la soluzione è automatica e se non gioca si cerca l'allegria dell'attesa. Mi sembra che in agosto manchi dovunque soprattutto questo, una buona discussione, tanto più interessante adesso che tutti ne sappiamo poco e gli unici sacerdoti restano i tecnici delle singole squadre. Ma quelli già sono sulla difensiva. Forse mancano i grandi tecnici. Fino a pochi anni fa era un gioco dell'estate girare per ritiri e parlare del nuovo campionato con Capello, Ancelotti, Lippi, Prandelli e via dicendo. Oggi manca chi se ne assuma la responsabilità. Dare un giudizio è un peso insopportabile, come se cercare di valutare il calcio fosse un pettegolezzo. Si capisce invece bene la Juve di Conte, non si può dire non l'abbia spiegata a dovere. Forse dovrebbe evitare di continuare a chiedere rinforzi, non pubblicamente almeno. Sarebbe come se Marotta chiedesse spiegazioni sul perché la Juve di adesso è lenta e imballata. È vero, ma va senza dire. Così come il mercato che ancora deve finire. Ognuno resti nel proprio campo, nasce meglio una società. La Juve di agosto non può essere produttiva, troppe invenzioni, troppi esperimenti. Verrà il suo tempo. Ma quel che accade non è mai colpa di chi non c'è, è sempre di chi è già lì a giocare e allenare. In mezzo a questa mescolanza di domande, scivolano via meglio Milan e Napoli, le uniche ad avere un progetto di squadra ormai chiaro. In attesa dell'ultima decina di buoni acquisti, in prima fila restano loro".