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Sconcerti: “Lukaku, è stata l’Inter a cercare il Chelsea. Zhang? Non decide neanche su Suning”

Redazione1908

Mario Sconcerti, nel suo editoriale per il Corriere della Sera, torna sulla trattativa Lukaku: "Oggi l’Inter è sotto ipoteca"

Mario Sconcerti, nel suo editoriale per il Corriere della Sera, torna sulla trattativa Lukaku. Il centravanti belga è ormai ad un passo dalla cessione al Chelsea.

"Non c’è niente di clamoroso nella situazione dell’Inter. Nessun tifoso serio e armato di grammatica può sorprendersi. Ci sono state decine di buone indicazioni. L’Inter non ha pagato per otto mesi gli stipendi a giocatori che erano in corsa per lo scudetto. Vinto quello ha perso il suo allenatore dopo un colloquio sui programmi. Lo stesso Zhang ha avvertito che si era davanti a un ridimensionamento del mercato e degli ingaggi. È stato chiesto un prestito dietro l’altro fino a mettere insieme un debito che supera il valore della società.

Nel frattempo in Cina il vecchio Zhang ha perso il controllo dell’azienda madre. Da qualche giorno il presidente della Suning è un uomo di Alibaba molto vicino al governo. Questo conferma che Zhang non potrà mai ricapitalizzare con capitale cinese. Per avere gli ultimi 275 milioni di prestito l’Inter ha dovuto impegnare la scatola lussemburghese in cui ha dentro l’Inter. Quel prestito è stato garantito con il 66% dell’Inter.

Oggi l’Inter è sotto ipoteca, qualunque liquidità arriva a debito o dal mercato. Sono cose che non si sapevano? Quali di queste informazioni mancavano ai tifosi vip e a quelli qualunque? O ai giornali che adesso danno la colpa a Lukaku? Era tutto chiaro e non credo nemmeno sia finito. L’Inter dovrà essere ceduta. Non c’è niente che sia possibile risanare se non ci sono soldi disponibili nella cassa madre. Cedere grandi giocatori era inevitabile. Qualcuno si è chiesto perché Oriali ha lasciato l’Inter appena pochi giorni fa, improvvisamente?

Qualcuno si è chiesto perché il figlio di Abramovich sia venuto a Milano a parlare direttamente con Lukaku, cioè un tesserato dell’Inter, senza che l’Inter dicesse niente? O come possa accadere che un acquisto di questa complessità di contratto sia stato praticamente concluso in tre giorni? Io non ci credo. Penso sia stato qualche emissario dell’Inter a lanciare l’amo. Era suo diritto. Direi di più, era suo dovere. Ma se questa è una colpa, è colpevole anche rimanerne sorpresi".