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Sconcerti: “Moratti anno sabbatico. Ma l’Inter rischia di pagarlo”

Mario Sconcerti, editorialista del Corriere della Sera, commenta così il calciomercato estivo 2010: “Il vantaggio dell’Inter sulle sue avversarie esce molto ridimensionato dalla fine del mercato. Per limiti propri e forza degli...

Daniele Mari

Mario Sconcerti, editorialista del Corriere della Sera, commenta così il calciomercato estivo 2010:

"Il vantaggio dell'Inter sulle sue avversarie esce molto ridimensionato dalla fine del mercato. Per limiti propri e forza degli avversari. È presto per capire se davvero la squadra sia un po' sazia di risultati, di sicuro un giocatore come Balotelli è andato via senza essere sostituito. Né Biabiany né Coutinho hanno i gol che Balotelli ha nel proprio repertorio. Né può essere un caso che in tre partite ufficiali l'Inter abbia segnato solo una volta, da due partite anzi non segna, cosa che non accadeva da molto tempo. Balotelli non era l'Inter, era il di più. Ora è rimasta l'Inter. È chiaro che le difficoltà aumentano. Sarebbe importante anche ricordare che la sua cessione è stata salutata da molti come un capolavoro di fair play finanziario. E che in cambio di quella cessione si aspettavano i giocatori cari al nuovo tecnico.

Non è arrivato nessuno, Moratti si è preso un anno sabatico. È un suo diritto ma dal punto del vista tecnico rischia di pagare un prezzo alto. Il Milan è adesso sulla stessa linea dell'Inter. Perché Ibrahimovic è un giocatore che cambia le proprie squadre e perché tutto il resto del Milan ha ripreso entusiasmo. Si è forse spostata quell'energia che trasforma le squadre e fa venire ai giocatori voglia di tutto, di vincere, di allenarsi, di fare vita seria. È il contrario della sazietà che sembra aver preso l'Inter, sempre tonica, insistente, ma con un'ottava in meno dal punto di vista nervoso. Mi sembra semmai un eccesso l'arrivo di Robinho, quasi un errore se a pagarlo sono state le cessioni di Borriello e Huntelaar. Il Milan è adesso senza un centravanti. Ha solo fantasisti. Manca cioè la copertura effettiva di un compito. La lite tra Guardiola e Ibrahimovic ha finito paradossalmente per rendere completa la Roma. L'acquisto di Borriello è molto importante. La Roma è anzi l'unica squadra fra quelle di testa ad aver solo aggiunto. Non ha ceduto nessuno, si è solo rinforzata. Come abbia fatto nella sua situazione economica non so dirlo, ma dal punto di vista tecnico ha ampiamente annullato i due punti che l'hanno divisa dall'Inter nel maggio scorso. Il suo problema è di resistenza, è abituata a inseguire, non a stare in testa. Quando finisce l'inseguimento, finisce anche l'energia.

Ma capita che le abitudini cambino. La Roma si è messa appunto nelle condizioni di cambiare. Non vedo, e mi spiace, una grande Juventus. Erano troppe le cose da cambiare. Quando in un solo mercato si acquistano ben quattro ali (Pepe, Martinez, Lanzafame, Krasic), significa che bisogna mettere mano dovunque. Andrea Agnelli ha cominciato in modo generoso. Il limite forse è stato puntare due volte su Delneri, come tecnico e come architetto della squadra. Molto tempo è stato perso per il suo modo di vedere il calcio, non su criteri di qualità universale. Gli è stata data un'importanza che il Real per esempio non ha dato a Mourinho e l'Inter non ha dato a Benitez".