Mario Sconcerti, dalle colonne del Corriere della Sera, analizza la partitissima dell'Olimpico e gli inevitabili riflessi sul campionato:
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SCONCERTI: “SCUDETTO ALL’INTER SOLUZIONE PIU’ LOGICA. MA MOURINHO TORNI A PARLARE DI CALCIO”
Mario Sconcerti, dalle colonne del Corriere della Sera, analizza la partitissima dell’Olimpico e gli inevitabili riflessi sul campionato: Per prima cosa è giusto dire che è stata una partita molto bella. Seconda cosa, l’ha vinta la...
Per prima cosa è giusto dire che è stata una partita molto bella. Seconda cosa, l’ha vinta la squadra che in questo momento sta nettamente meglio. La Roma è cresciuta molto nelle ultime settimane in qualità e convinzione. Ancora contro il Milan aveva lasciato quasi tutta la partita all’avversario. Era salita in classifica anche per una serie di prestazioni fortunose. Ora gioca di nuovo da grande squadra. Giocatori come Pizarro lasciano per strada un po’ di ritmo, ma sono gli ultimi ad avere ancora senso del gioco. Toni toglie imprevedibilità, è un ottimo riferimento anche per gli avversari, ma trova la porta e non subisce mai la partita, anzi, la cerca. Vucinic è un centravanti fantasista, copre più ruoli, è arrivato a un equilibrio tecnico fuori dal comune. Burdisso-Juan non devono chiedere qualità a nessuno. Non c’è insomma sorpresa adesso in questa straordinaria rimonta. La sorpresa viene dall’affanno dell’Inter, una lunga fatica che dura da tre mesi passati a regalare la metà dei punti agli avversari. Ci sono stati infortuni decisivi, ci sono stati errori arbitrali che hanno appesantito la corsa, ma c’è stata anche una buona confusione tattica. L’Inter ha perso fisionomia, è andata cambiando a ogni partita, ha trovato corsa solo con i grandi avversari di Champions, come fossero gli unici che la meritassero. Ha 10 punti meno dello scorso anno, un dato che riassume il grande sbandamento. Ma soprattutto si è sfinita di isteria, ha litigato con tutti, anche con se stessa, come se tutti avessero finito per subire il vittimismo duro del tecnico, l’obbligo di essere sempre soli contro il mondo. Funziona per un po’ e quando sei più forte. Quando hai bisogno degli altri, l’assedio ti consuma, fa arrivare vuoti alla meta. Mourinho ha teorizzato e difeso la tesi di un campionato disegnato per il Milan. Ora gli arriva improvvisamente la Roma alle spalle e lo fa nella partita in cui l’arbitro lascia Pandev in fuorigioco e non vede un rigore di Julio Cesar su Brighi. Forse gli conviene riflettere e tornare a parlare di calcio. Vedere anche ieri da una parte l’allenatore della Roma che spiegava la sua partita alla gente e dall’altra uno spogliatoio chiuso, sapeva di livore, di impreparazione alla normalità del campionato, di un’arroganza che, ormai è chiaro, non fa bene alla squadra. Continuo a pensare che l’Inter vincerà questo campionato, mi sembra ancora la soluzione più logica. Ma si è fatto di una stagione una crociata continua sbagliando continuamente nemico. Anche da Balotelli si pretendono le scuse e in cambio gli si danno bastonate. Non ti scusi? Altra bastonata. Che logica è questa? Che morale sottintende: quella di un campo di calcio o di un campo di rieducazione? In sostanza, Mourinho, dov’è finito il suo calcio? Vuol provare, con calma, a ritrovarlo?
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