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Sensi: “All’Inter si lavora per vincere lo scudetto. Icardi al PSG? È una questione di cui…”

Il centrocampista ha parlato dal ritiro della Nazionale

Francesca Ceciarini

Stefano Sensi è l'uomo del momento sia in casa Inter che in Nazionale: il centrocampista nerazzurro ha parlato alla vigilia della trasferta degli Azzurri in Armenia, valida per le qualificazioni agli Europei 2020

"Da me stesso tanto, come sempre. Sicuramente l'attenzione sarà sempre la stessa, ho voglia di giocare, sono a disposizione del mister," ha detto Sensi rispondendo riguardo alle sue aspettative.

Al centrocampista ex Sassuolo è stato anche chiesto se avesse preferenze sul suolo, vista la sua duttilità:

"Avere accanto giocatori tecnici come Jorginho e Verratti aiuta. A Sassuolo ho giocato regista, all'Inter gioco mezzala, posso giocare dove serve. Ho sempre detto che il mio ruolo è il regista. Ma nel calcio moderno ci si scambia spesso i ruoli durante la partita. Con Conte all'Inter mi sto trovando molto bene a fare la mezzala. Mi piace giocare anche da trequartista. Il mister ci dà la sua idea di calcio ma poi siamo liberi perché durante una partita ognuno è libero di fare la giocata che ritengo più utile [riferito a Mancini]".

Per ora Sensi e Barella non hanno giocato insieme all'Inter, forse più facile che questo accada in Nazionale:

"Non credo sia un discorso legato alla prestanza fisica. Con l'Italia abbiamo molto palleggio e poi ci sono giocatori difficili da tenere in panchina".

A Sensi viene chiesto se Conte può aver influito nella sua chiamata in azzurro:

"Sicuramente la sua mentalità fa migliorare, sento già di essere cresciuto soprattutto mentalmente".

Con un centrocampo così tecnico perdiamo qualcosa in termini d'interdizione?

"Penso che il calcio di oggi non conti molto il fisico quanto la velocità d'esecuzione e la tecnica. E anche un ragazzo basso possa avere atletismo. In azzurro proponiamo un calcio offensivo, cerchiamo il fraseggio e il palleggio spesso e di avere il possesso il più possibile".

A Sensi vengono chieste anche le differenze principali fra Conte e Mancini:

"Le differenze sono molte, anche perché in Nazionale abbiamo meno tempo. Entrambi hanno una mentalità vincente e questo conta".

De Argila, allenatore catalano che è stato un suo mentore al Cesena e al San Marino, ha detto che Sensi fosse meglio di Xavi e Iniesta alla stessa età:

"Sì, lui è stato il primissimo a credere in me a Cesena. Sono paragoni difficili perché parliamo di due dei centrocampisti più forti di tutti i tempi. Credo di avere caratteristiche adatte al calcio spagnolo, tutto qui".

Sensi è passato da Cesena ad essere un simbolo dell'Inter, è cambiata la sua vita. Gli viene chiesto come vive questa fase:

"Mi sono ritrovato in un mondo totalmente diverso. Per me arrivare all'Inter è stato un sogno ma sto vivendo con serenità e ambizione. Devo ringraziare anche per questo società e mister e compagni, tutti credono in me e così lavoro al meglio".

A Sensi viene anche chiesto se il mercato possa influire sulla concentrazione di un giocatore:

"Credo che possa influire sul campionato iniziato: giocare due partite senza avere tutta la rosa a disposizione non è il massimo".

Al nuovo centrocampista interista viene chiesto anche come vive il dualismo con Barella sia all'Inter che in Nazionale:

"Io e Nicolò siamo grandi amici. È chiaro che avendo lo stesso ruolo siamo rivali ma è una rivalità buona, nessuno deve essere scontento di non giocare perché il bene della squadra è primario".

Icardi al PSG: viene chiesto a Sensi se è una liberazione per la squadra, in quanto una vicenda così pesante può influire:

"Noi abbiamo sempre lavorato per fare del nostro meglio. È una questione di cui si è occupata la società".

Infine, una domanda sugli obiettivi: gli viene chiesto se è più facile che l'Inter vinca lo scudetto o l'Italia l'Europeo:

"Lavoriamo nell'Inter per vincere lo scudetto e nell'Italia per vincere l'Europeo".

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