Il racconto della serata 'nascosta' di Lukaku: ecco alcuni dettagli sfuggiti ai più e catturati dalle telecamere di DAZN
Era l'uomo più atteso, di lui si è parlato in lungo e in largo per settimane, in preparazione del suo grande ritorno a San Siro da avversario. Alla fine, però, la serata di Romelu Lukaku contro l'Inter non è stata delle più felici. Anzi. In campo non si è praticamente visto (solo 26 palloni giocati), con l'aggravante, per lui, di aver visto esultare l'Inter grazie a un gol, nemmeno a farlo apposta, di Marcus Thuram, colui che ne ha preso il posto nell'attacco nerazzurro accanto a Lautaro. Ma è tutto il contorno che ha destato particolare attenzione e curiosità.
DAZN, infatti, attraverso telecamere esclusive, ha tracciato un racconto dettagliato della serata del numero 90 giallorosso. Fin dal riscaldamento, quando sono arrivati al suo indirizzo i primi fischi assordanti del popolo interista. Poi, il tunnel prima dell'ingresso in campo a pochi istanti dal fischio d'inizio: come racconta l'emittente, Lukaku chiude la fila, voglioso di non incrociare gli sguardi degli ex compagni. A pochi centimetri di distanza, come racconta l'immagine sottostante, Hakan Calhanoglu, suo compagno di stanza in nerazzurro, prima sorride amaro, poi lo guarda con fare sprezzante. Dà l'idea dell'atmosfera creatasi attorno a Big Rom. Ma è solo l'antispasto.
Dopo un'altra bordata di fischi, inizia la partita. A senso unico: il primo tempo (e non solo) è un monologo dell'Inter, che va più volte vicina al vantaggio. Al termine della prima frazione, Lukaku, spazientito dal gioco rinunciatario della Roma, va verso Kristensen e gli urla inferocito: "One ball, one ball". Il significato è chiaro: "Datemi almeno una palla". Purtroppo per lui, però, lo spartito nella ripresa non cambia e, dopo tanto attaccare, l'Inter va finalmente in vantaggio.
E visto che il dio del calcio è beffardo, a segnare il gol vittoria è Marcus Thuram, l'erede di Lukaku a Milano. Lui, da solo nell'altra metà campo, osserva tra il rassegnato e l'amareggiato, prima di lasciarsi andare a un gesto di stizza con la mano. Si chiude così la sua partita: al fischio finale va via senza salutare nessuno. La conclusione triste di una serata da ricordare. Ma non certo per lui.