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SIGNORE E SIGNORI: A VOI…IL GENIO!

Pazza Inter, pazzo Mou. Ieri sera al Meazza queste due pazzie si sono fuse per l’ennesima volta, in una serata che difficilmente dimenticheremo. Ieri sera Mourinho, Specialone criticato dal mondo intero, ha estratto una carta vincente dal suo...

Sabine Bertagna

Pazza Inter, pazzo Mou. Ieri sera al Meazza queste due pazzie si sono fuse per l’ennesima volta, in una serata che difficilmente dimenticheremo. Ieri sera Mourinho, Specialone criticato dal mondo intero, ha estratto una carta vincente dal suo mazzo e l’ha stampata sul campo da gioco con una firma inimitabile, la sua. Sì, perché ieri le cose si erano messe davvero malissimo. Sulla carta la capolista affrontava l’ultima in classifica, il Siena: una partita, sulla carta, che era una pura formalità. Complici gli infortuni, la squalifica di Mario e le prime partenze dettate dal mercato (Vieira), Mou si trovava costretto a schierare una formazione rimaneggiata, con una panchina a disposizione popolata, parole sue, da soli bambini. Dall’altra parte il Siena di Malesani, che ieri ha giocato una grandissima partita, puntuale, offensivo e ordinato. E sfortunato, bisogna dirlo. Anche se l’Inter targata Mourinho ieri non ha rubato proprio nulla. Ed è proprio della firma di Mourinho che vogliamo parlare. Del suo essere così perfettamente adattabile al calcio italiano, ma allo stesso tempo dotato di un estro che i tecnici italiani non conoscono. Due le mosse geniali. La prima: aver tolto un Thiago Motta assolutamente non in partita, per buttare nella mischia Stevanovic, classe 1991. Una mossa da applaudire per il coraggio. Chi altro lo avrebbe fatto, al suo posto? La seconda e decisiva per il risultato finale: Walter Samuel centravanti. Senza farlo arretrare nemmeno dopo il pareggio, che già per i nerazzurri poteva significare un punto preziosissimo, alla luce della partita giocata. Qualcuno l’ha già definita la mossa della disperazione, perché? Perché un tecnico italiano è abituato a parlare di tattica e moduli tradizionali: azzardare una mossa simile con cognizione di causa non è concepibile. Si può discutere per giorni interi di quanto è accaduto ieri sera, ma non si può prescindere da un’analisi che vede Mourinho protagonista di una vittoria totalmente insperata. Una vittoria largamente baciata dalla fortuna, ma abbondantemente guidata da un genio, che studia le sue mosse e rischia. Una vittoria che non metterà a tacere le antipatie (tutte italiane) nei confronti dell’allenatore portoghese, ma che, a chi ha occhi per vedere, ha regalato una nuova consapevolezza. Che Mourinho, oltre ad essere un grande comunicatore, è anche un grande allenatore.