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Talvolta l'orologio viaggia alla velocità della luce. Quindi non c'è tempo da perdere. Lo sa molto bene Diego Simeone, che dopo aver appreso che il Real Madrid sarà rivale del suo Atletico nella finale di Champions League, è entrato nel laboratorio dei tattici per scoprire quale approccio tattico garantirà il titolo di campione il prossimo 28 maggio a Milano. Il 'Cholo' già pulsa per questa partita. «Dormire in questo momento è complicato, non ho la testa. In una finale, con il Real ci sono 50 e 50 di probabilità, lo sappiamo. L'obiettivo è quello di vincere, non c'è altro. È fantastico che ci sia un dibattito nel mondo del calcio, tutti abbiamo ragione e nessuno ce l'ha, è meraviglioso. Le opinioni sono opinioni, non mi fanno arrabbiare. Noi dello staff tecnico cerchiamo di responsabilizzare i giocatori, perché questo è il meglio che abbiamo. Forme e atteggiamento che abbiamo ci fanno ottenere i risultati e questo non si discute. Che cosa è giocare bene? Ci sono un sacco di modi, ppi ognuno ha i suoi gusti. Ma l'obiettivo è sempre vincere. Che mi paragonino a Bilardo è un orgoglio, sono cresciuto guardando lui e il Pachamé, è come mio padre».
«Io difensivista? Devo convivere con questa etichetta, nel calcio le mettono sempre. Dobbiamo allontanarci un attimo quando ci fanno elogi o ci criticano. I giocatori si sentono identificati con la nostra idea, e siamo molto fortunati, perché ci seguono e hanno valori. È molto difficile trovare un gruppo di persone impegnate e di questo io ho molta cura. Mi dà la felicità, al di là dei soldi, perché la felicità è nelle piccole cose. Sono grato a tutti i ragazzi che sono passati di qui, perché sarebbe stato impossibile competere per gli attuali obiettivi senza di loro. Ci sono molti elementi che hanno contribuito a creare questa storia. Stiamo mostrando a un sacco di persone nel mondo che si può. Io dico sempre che vivo in base alle sensazioni e l'energia che mi danno i calciatori». Tra i sogni del Cholo allenare la Nazionale ma anche andrare sulla panchina delle sue ex: «Difficile prevedere cosa accadrà, vorrei allenare l'Inter o la Lazio o la Nazionale, ma la opportunità arrivano sempre. Lionel Messi è il miglior giocatore del mondo e io ho un rispetto e ammirazione incredibile per lui. C'è un rapporto di rispetto, lo stesso con Javier (Mascherano) e tutti i ragazzi che abbiamo come avversari in questi anni».
(radio la red)
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