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Il curriculum di Simon Chadwick è di quelli importanti. Professor of Sport Enterprise alla Salford University, ha lavorato nelle più prestigiose università inglesi nell’area della Business Sport Strategy ed è il fondatore del Sport, Business and Management: An International Journal’. Nel corso della sua carriera ha svolto attività di consulenza per conto di numerosi club fra cui Chelsea, Barcellona, Atletico Madrid e organizzazioni sportive quali l’International Tennis Federation, il comitato olimpionico del Qatar, la federazione di calcio russa, l’European Clubs Association, la Uefa e la Chinese football Association. Secondo l’Hunngton Post, Simon è fra i primi 30 sport marketers al mondo. In una lunga intervista rilasciata a BlogCalcioCina, Chadwick ha analizzato anche le strategie di Suning.
Nei suoi articoli scrive che l’espansione del calcio cinese verso l’Europa ha a che fare con il grande progetto infrastrutturale della One Belt one Road. Cosa ne pensa di Suning?
Trovo questa organizzazione molto interessante dato che lavorano nel settore del retail. Suning investe nel calcio per un supporto pubblico e dello stato, è sempre nel’’interesse delle compagnie cinesi investire nel settore sportivo per avere un appoggio dall’alto. Suning vende mobile phone, laptop, tv… investire nel calcio significa creare una integrate corporation, il che non significa solo vendere hardware che permettano al pubblico di visualizzare i contenuti, bensì significa anche generare calcio ed essere parte dell’hardware. Questa è una diversificazione del business, la creazione di un conglomerato e il controllo sulla genesi dell’informazione. Un’altra cosa da considerare a proposito di Suning è il caso di Trent Sainsbury, un giocatore dello Jiangsu ceduto in prestito all’Inter, entrambi club controllati da Suning. Lo scorso anno si mormorava anche di una possibile acquisizione della Stellar group, la compagnia di procuratori. Quello che in sostanza Suning sta cercando di fare, è controllare il venditore, il compratore e persino l’intermediatore. Credo che questo non abbia precedenti nel mondo del calcio.
E sull'introduzione della norma di utilizzo dei calciatori stranieri ha spiegato: "Bisognerebbe cercare di trovare un equilibrio, una via di mezzo. Ad esempio, non credo che allo stato attuale la Premier League sia una via di mezzo. Come nazionale non stiamo andando affatto bene dato che nei nostri club vi sono molti giocatori provenienti dalla Spagna, dalla Germania, dall’Italia e da qualsiasi altra parte del mondo. Io non credo che una restrizione sul numero degli stranieri possa aiutare lo sviluppo del calcio cinese. Il loro obiettivo è quello di creare una Super League con giocatori cinesi di ottimo livello, per questo forse posso capire la restrizione, ma non la tempistica, la quale è estremamente controproducente. Ora in Cina ci sono molti giocatori che vengono dall’estero. La loro cultura è differente, così come il loro modo di intendere il calcio, per qesto credo che una maggior contaminazione possa portare un risultato inaspettato e positivo. E’ importante che la Cina non si chiuda al mondo e diventi introspettiva. Nel breve termine provano a difendere il talento locale, ma nel lungo termine una chiusura agli stranieri può essere controproducente. Lavorare con giocatori e allenatori stranieri è fondamentale, perché il calcio cinese per svilupparsi necessita di essere influenzato dall’esterno."
(BlogCalcioCina)
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