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Sneijder: “Inter può rivivere un’altra notte magica al Camp Nou. Mi fido di Inzaghi”
La sfida di questa sera in programma al Camp Nou non può che rievocare quella del 2010, semifinale di ritorno della Champions League poi conquistata dall'Inter di José Mourinho.
Tra i protagonisti del successo nel doppio confronto sul Barcellona c'era Wesley Sneijder, che alla vigilia della sfida di questa sera ha "buone sensazioni", come racconta ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport.
"L'andata a San Siro? È stata bellissima, emozionante, una partita da vera Inter. Quindi anche un po’ pazza. Si vedeva che lo stadio era in una di quelle serate magiche che ricordo bene: San Siro sa trascinarti. E il risultato non è stato per niente casuale o fortunato…".
Quindi per lei è stato anche giusto?
"Sì, l’Inter ha fatto una partita intelligente. Ha difeso con grande attenzione, ma non ha mai messo il bus davanti alla porta. Anzi, ha avuto diverse occasioni in ripartenza che solo per dettagli o piccoli sbagli non si sono concretizzate in gol. Sono molto contento, poi, che Calhanoglu abbia trovato quell’angolino perfetto".
Era un tiro alla Sneijder, in effetti: lei si rivede un po’ in Hakan?
"Non mi piace fare il paragone tra giocatori di epoche diverse. Certo, io e lui giochiamo in posizione più o meno simile e ci piace fare le stesse cose: dare la palla giusta per l’attaccante, calciare in porta, tirare le punizioni. Per me ha molta qualità, ma tutto il centrocampo nerazzurro, da Barella a Mkhitaryan, ne ha".
A proposito, sa che per il più giovane del reparto, Kristjan Asllani, lei è l’idolo di tutta la vita?
"Non lo sapevo, che piacere! Lo seguo con attenzione, è un talentino: penso che l’Inter abbia fatto un colpo per il futuro".
Secondo lei, le critiche a Inzaghi per l’inizio così così di stagione erano giuste?
"È normale che, con molti cambiamenti e molti infortuni, l’inizio potesse essere complicato, ma io non ho mai perso la fiducia, soprattutto in Simone Inzaghi: si vede che i giocatori gli vogliono bene e poi l’anno scorso la squadra giocava benissimo. Questo non può essere un caso. Adesso inizia un’altra stagione…".
E i suoi connazionali De Vrij e Dumfries finora come li ha visti?
"Stefan mi pare che abbia fatto una grande partita all’andata contro Lewandowski, non l’ultimo degli attaccanti. Invece, da quando è a Milano, Denzel ha avuto una crescita costante, sia fisica che tattica. L’Inter ha restituito all’Olanda un giocatore ancora più completo: è uno dei nostri uomini chiave per il nostro Mondiale. A proposito, un dispiacere che non ci siano gli azzurri…".
Con l’ambientino che preparano al Camp Nou, si potrà ripetere una partita come quella dell’andata senza subire gol?
"Non so che ambiente ci sarà adesso e non entro in queste polemiche, ma alla fine parla sempre il campo. Una squadra come l’Inter va in qualsiasi stadio senza paura, a prescindere dall’atmosfera attorno. Io penso che, dopo la vittoria dell’andata, i giocatori si siano tolti molta ansia e possano giocare con più libertà. Il Barcellona è fortissimo e ha Lewandowski, ma anche loro sanno che l’Inter davanti fa paura: ormai Lautaro è una star mondiale e Dzeko è abituato a serate di questo tipo".
Quanto pesa, invece, l’assenza di Lukaku almeno per la panchina?
"Quando tornerà, il suo rientro sarà una benedizione, può contagiare tutti per la sua energia positiva e non solo per quello che fa in campo. Ma con certi infortuni bisogna avere pazienza. A me interessa che stia bene, al 100%, poi saprà cosa fare in campo, soprattutto assieme a Lautaro".
Per finire, chiuda gli occhi e ripensi al suo Barcellona-Inter…?
"Eravamo fratelli prima che compagni, questo rimarrà per la vita. La qualificazione l’abbiamo indirizzata all’andata a San Siro, in cui segnai, ma al ritorno è stato forse ancora più emozionante. Dodici anni dopo, in un girone difficilissimo, l’Inter ha l’occasione di rivivere un’altra notte magica".
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