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Ecco un altro stralcio dell'intervista rilasciata da Sneijder alla Gazzetta dello Sport, quando parla del suo nuovo compagno di squadra Cassano:
Dice di non aver mai pensato di partire: però all’America aveva pensato.«Quello è un progetto per il futuro. Se mia moglie continuerà a fare l’attrice, magari in futuro per stare insieme dovrò fare una scelta e la Mls può essere un’idea. Adesso no. Adesso riusciamo a combinare tutto e siamo molto felici. Yolanthe è unagrande tifosa dell’Inter e ha sempre sperato che restassimo a Milano».
Eppure a Milano è stato molto criticato in certi periodi: dicevano che usciva troppo, che mangiava troppo, che beveva, che era ingrassato.«Mi devono criticare per quello che faccio in campo, inutile preoccuparsi del resto. Ma non sono scemo. Non esco tutte le sere, anzi adesso non esco quasi più. A un certo punto chi mi criticava aveva anche un po’ ragione, perché farsi vedere tutte le sere al ristorante non è una bella idea. Infatti ora mangio a casa ».
Fra i suoi vicini adesso c’è Allegri, qualche volta può farsi invitare da lui...«Sì, e poi sai che casino...».
Ormai fra Milan e Inter ci sono scambi continui. Contento dell’affare Pazzini-Cassano?«Contento per loro: Giampaolo è un grande attaccante e un mio grande amico, ma la sua storia con l’Inter era finita, e si può dire lo stesso della storia di Antonio con il Milan. Così, felici tutti».
Cassano le piace?«Cassano è matto, ma è un grande giocatore. Ci darà una mano».
Poteva darvela De Jong, lei lo avrebbe voluto all’Inter, è finito al Milan.«Anche in questo caso sono felice per lui. Al City non era sicuro di giocare, al Milan avrà spazio e farà bene. E per la prima volta potrò giocare contro di lui: siamo cresciuti insieme, mi fa un po’ effetto».
Nel derby saranno scintille?«Ci può giurare. E poi nei derby ci sono sempre scintille».
Dice che è importante sentirsi amati. Che cosa pensa della tristezza di Cristiano Ronaldo a Madrid?«Non saprei cosa dire, non lo sento da mesi. Credo siano esagerazioni giornalistiche. Se c’è bisogno di trovare una soluzione, lui e il club la troveranno presto».
E di Kakà, che aveva preso il suoposto al Real e ora non gioca, che cosa pensa?«Non è lui che ha preso il mio armadietto e la mia maglia, quindi non gli porto rancore e non cerco vendette....Scherzi a parte, Kakà è un giocatore di qualità altissima. Ed è sempre bravissimo».
La partita contro il suo Brasile è stata forse il suo momento più alto in nazionale. Poi c’è stato l’Europeo.«Non ci penso più, magari lo farò fra dieci anni. Dopo il Mondiale forse eravamo arrivati all’Europeo con un po’ di presunzione. E poi uno aveva fatto un sacco di gol in Inghilterra, un altro era capocannoniere in Germania... Restare in panchina in certe situazioni è difficile. Ora dobbiamo ripartire, non siamo una squadra top, però se facciamo le cose per bene possiamo diventarlo ».
Che cosa significa essere capitano di una nazionale importante in un momento di ricostruzione?«Avere grandi responsabilità e non poter più fare scemenze. Ma tanto ci avevo già pensato prima. Ho ventotto anni, sono cresciuto. E cercherò di fare sempre la cosa giusta».
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