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Si riferisce a Lautaro?
«Lui più di tutti. Era forte già prima, adesso è fortissimo. Continuando così, non so neanche immaginare quanto possa segnare. Mi piace l’atteggiamento, la fascia gli sta bene al braccio e gli dà maturità: l’Inter ha davvero trovato un perfetto capitano. Poi per una punta è facile giocare con quel centrocampo lì...».
Anche lei tra i fan del trio di tenori Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan? E chi tra i tre è più... Sneijder?
«C’è qualcuno che non lo apprezza? Non credo... E nessuno di loro è “Sneijder”, e va benissimo così, anche perché sono grandi centrocampisti, moderni e ognuno con le proprie caratteristiche, senza dover somigliare a qualcuno. In più, si integrano perfettamente, sono un bel puzzle. Se Calha è marcato, lo aiutano gli altri due e poi insieme o a turno entrano in area e tirano in porta».
Avrà un suo preferito, però…
«Sono di Utrecht e i preferiti non possono che essere gli olandesi... De Vrij è uno dei giocatori più affidabili che ci siano: quando Inzaghi lo chiama, lui risponde. Non vedo pericoli su Dumfries: in una stagione capita sempre di giocare più o meno in certi periodi, ma lui è cresciuto, è una certezza. Aspettiamo pure che Klaassen trovi spazio. Però, voglio citare anche chi gioca meno: Frattesi e, soprattutto, Asllani che è un talento vero e per me sarà il futuro dell’Inter».
La Juventus, invece, è tornata la squadra solida di un tempo?
«Fare tanti punti e subire così poco è la dimostrazione che la Juve ha raggiunto di nuovo un grande livello: è riposata, concentrata sull’obiettivo. Non giocherà così bene come l’Inter, forse, ma è molto pericolosa, soprattutto davanti: anche Vlahovic si sta affermando definitivamente e e c’è molto curiosità su Yildiz. Visti gli anni passati in Turchia, sono contento quando vedo giocatori di talento che vengono da quel Paese. Ovviamente, parto da Calha, che è uno dei migliori del suo ruolo in Europa».
Ma se potesse scegliere per l’Inter: meglio scudetto o Champions?
«Meglio semplicemente continuare a crescere come negli ultimi anni. Crescere tutti insieme, dall’allenatore ai giocatori. E a quel punto sarà più facile continuare a vincere qualcosa. Allo scudetto ci tengono tutti a Milano ma, ripensando a come è finita la finale di Istanbul, sono certo che l’Inter in Europa ormai se la gioca con chiunque».
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