Il portiere nerazzurro spiega i motivi che lo hanno spinto a sposare il progetto Inter
Yann Sommer ha attraversato un momento complicato. Dopo sei mesi turbolenti al Bayern Monaco, dove ha dovuto sopportare anche molte critiche, il portiere è arrivato all'Inter con grande voglia di dimostrare il suo valore. Intervistato da Blick, il portiere ricorda il suo periodo al Bayern: “Abbiamo avuto una situazione estremamente caotica al Bayern. Licenziamenti, cambiamenti, tanti disordini e argomenti diversi oltre allo sport. Ho imparato come funzionano le cose al Bayern. Scegli uno o due giocatori e poi i media sparano. E poi ne scegli due nuovi. E poi è stato il mio turno. Ma non avevo voglia di difendermi pubblicamente. La cosa più importante è stata cercare di giocare e aiutare la squadra ad avere successo. Per fortuna alla fine ha funzionato”.
“Le critiche? Naturalmente è stato spiacevole a volte e non ti lascia indifferente. Ma le critiche ne fanno parte e posso gestirle bene. Ma se non sono costruttive non posso farci molto, perché posso giudicare da solo se io e la squadra abbiamo fatto una buona partita oppure no. Ma non porto rancore. Se qualcuno ha un'opinione e la pubblica, è un suo diritto".
“La differenza tra Bayern e Inter? Al Bayern c'è molta professionalità quando si tratta di organizzazione. I dipendenti sono molto cordiali e molto semplici. All'Inter si assicurano anche che i nuovi giocatori e le famiglie si sentano a loro agio nel più breve tempo possibile. In Italia c’è una mentalità un po’ diversa, molto appassionata. La pressione è la stessa in entrambi i club. Vuoi sempre avere successo. Quando giochi a San Siro sai cosa significa. C'è un'atmosfera incredibilmente bella. È estremamente emozionante. Si canta, si festeggia ed è estremamente rumoroso quando le cose vanno bene. Perché l'Inter? È semplice: perché è l’Inter".
"La tradizione, la dimensione del club, dello stadio, dei tifosi, della squadra e l’opportunità di essere il numero 1 nei prossimi anni. È difficile affermare se ho fatto un ulteriore passo in avanti con Gianluca Spinelli. Il suo modo di allenarsi è differente, ma aiuta sempre. Da tutti gli allenatori dei portieri ho comunque imparato qualcosa. D’altronde l’intenzione è di migliorarsi".