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E per la verità, la Svizzera è anche sembrata più motivata.
—«No, non direi questo. Credo invece che avessimo molta più energia da spendere. Abbiamo condotto la partita dall’inizio alla fine: riuscirci contro una grande nazionale è un qualcosa che ci dà fiducia. E già con la Germania avevamo fatto una grande prestazione: il nostro valore si vede».
È l’anno buono perché arriviate in fondo a un grande torneo?
—«L’importante è pensare di non aver raggiunto il massimo. Certo è che se giochiamo così anche nelle prossime partite, con questa intensità, abbiamo molte possibilità di vincere ancora e di arrivare alla fine».
L’Italia è in crisi?
—«Non penso. È e resta una grande squadra, non è una sola partita che può definire un movimento intero in crisi. Ha solo trovato di fronte una grande Svizzera».
Lei ha vissuto tanti tornei in nazionale. Cosa ha di diverso questo gruppo dagli altri?
—«Si respira una grande aria, dentro il gruppo di lavoro c’è un’atmosfera bellissima. Stiamo bene, ci sentiamo bene».
Tre anni fa vi siete fermati ai quarti contro la Spagna, ora avete la chance di superare voi stessi.
—«Dipende da noi e da quanto riusciremo a mantenere questo livello. Siamo in forma, anche dal punto di vista fisico. E c’è una grande connessione con lo staff e la gente che ci segue: vogliamo andare avanti più che possiamo, non ci poniamo limiti».
(Gazzetta dello Sport)
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