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GdS – Inter, da quasi 100 mln a 3 mln: il declino degli sponsor cinesi

Eva A. Provenzano

Il club nerazzurro era riuscito ad incassare tanto dalle partnership cinesi ma nell'era post covid anche Suning ha avuto grosse difficoltà

C'è stata un'era pre-covid nella quale le aziende cinesi investivano nel calcio perché anche il governo aveva mire particolari. Poi il covid ha messo in ginocchio tanti imprenditori  dal governo è arrivato un freno sugli investimenti all'estero. L'Inter ha un proprietario cinese: anche gli Zhangsono andati in difficoltà come gli sponsor che avevano puntato sul club nerazzurro.

Su La Gazzetta dello Sport si legge a proposito di questo: "Grazie a una fitta rete di relazioni, Suning era riuscita a gonfiare una voce fino ad allora pressoché irrilevante, appunto quella delle sponsorship locali. 75 milioni nel 2016-17, 92 nel 2017-18, 97 nel 2018-19. Una manna per il fatturato e il conto economico. Poi l’inesorabile declino: 44 milioni nel 2019-20, 38 nel 2020-21, appena 16 nella scorsa stagione. In particolare, sono stati interrotti anzitempo i lucrativi contratti con le agenzie cinesi Imedia e Beijing Yixinshijie, con tanto di svalutazione dei crediti (per 62 milioni) perché una buona parte dei proventi non sono stati mai incassati". 

Il gruppo della famiglia Zhang, Suning, "aveva sponsorizzato i centri sportivi e il kit d’allenamento, in base a un’intesa che valeva inizialmente 16,5 milioni più bonus per poi scendere a 16 milioni fissi e ridursi di 5,4 milioni nel 2020-21 e di 4,5 nel 2021-22".

All'Inter è venuto a mancare proprio il sostegno economico della casa madre senza contare le difficoltà con lo sponsor di maglia, Digitalsports. Ora "restano soltanto due sponsor minori, Ld Sports (piattaforma che si occupa di contenuti sportivi, marketing e intrattenimento) e Boe United Technology (operante nel gaming) per un corrispettivo totale che si aggira sui 3 milioni. Quindi, dai quasi 100 milioni degli anni d’oro del fronte cinese si è ormai vicini allo zero".