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Nelle ultime ore sono stati diversi gli sviluppi per quanto riguarda la questione del nuovo stadio di Milano. La Gazzetta dello Sport, nella sua edizione odierna, dà gli ultimi aggiornamenti: "Un altro passo avanti nella vicenda del nuovo stadio di Milano. Un altro tentativo di Inter e Milan di recuperare il tempo perduto e cominciare in fretta a dar forma ai progetti per rilanciare l’area di San Siro senza cancellare il Meazza. I club si sono detti pronti a pagare da subito i diritti di superficie, inizialmente congelati per più di trent’anni. Quanto, al momento è ancora da calcolare. Ma il passo avanti è economicamente molto importante per far quadrare i conti comunali dal momento in cui inizieranno i lavori per il nuovo impianto. Milan e Inter pagano al Comune 10 milioni di euro, 5 in denaro, 5 in manutenzione ordinaria. Quello prodotto con la riunione di ieri a Palazzo Marino è un ulteriore tentativo di avvicinarsi alle esigenze manifestate dal consiglio comunale, nettamente contrario all’abbattimento dell’impianto. Era stata chiesta la riqualificazione dell’area, un progetto che rendesse lo stadio-monumento aperto sempre. Dalla presentazione dei primi progetti dello studio Populous e del gruppo Cmr molte cose sono cambiate e l’ultima parola non è scritta. Inter e Milan hanno già dato prova di voler aggiustare il tiro per portare a termine un progetto considerato necessario al futuro delle due società.
Dalla chiusura alla possibilità di riqualificare il vecchio stadio alle ultime proposte, con la conservazione di ampie parti dell’impianto e in sostanza l’abbattimento totale soltanto del terzo anello, quello che presentava condizioni critiche anche secondo il Politecnico di Milano e che ha un valore architettonico inferiore a quello del secondo anello e delle rampe elicoidali. Il sindaco Sala ha designato San Siro come sede della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali del 2026. Entro marzo è previsto il verdetto del Ministero dei Beni culturali. Che dovrà stabilire i vincoli sullo stadio inaugurato quasi un secolo fa (1926), stabilendo ciò che si può abbattere o meno. Decisione fondamentale per la forma decisiva dei piani presentati dai club. San Siro dovrà essere riqualificato, non abbattuto insomma, e questo era lo snodo della vicenda, la condizione posta dal sindaco Sala. I club hanno studiato con gli architetti in gara varie soluzioni per tenere in piedi il vecchio stadio cambiandogli pelle. L’idea è farne una cittadella per attività sportive non professionistiche: la riunione di ieri è servito a entrare nei dettagli e nei criteri di fattibilità economica di un progetto impensabile fino a poco tempo fa".
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