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Come riporta la Gazzetta dello Sport, anche l’Inter avrà il suo stadio e non sarà il Meazza. Il club nerazzurro ha già un’area individuata, all’interno del comune di Milano. Si tratta di un terreno privato e la società nerazzurra ha un accordo blindato con l’imprenditore proprietario della zona. La distanza tra Milan e Inter sul tema stadio è ormai enorme sottolinea il quotidiano. "Di più: una totale incomunicabilità e, da parte del club nerazzurro, anche la delusione e l’irritazione per il comportamento di Cardinale, che prima avrebbe garantito di persona a Zhang un colloquio sul tema stadio nel giro di un mese".
"Colloquio che non c’è mai stato, a fronte invece di una comunicazione molto attiva del proprietario di RedBird sulla scelta di mollare San Siro. Botta e risposta indiretti, colpi bassi, per un tema da sempre divisivo. Peraltro, su San Siro resta dirimente la questione politica. A fine marzo è attesa la presentazione del nuovo piano urbanistico della città di Milano. Se, come raccontano alcune indiscrezioni, in quel piano non ci sarà spazio per il “nuovo” San Siro, la cosa andrebbe letta come la pietra tombale sulla vicenda. E questo al netto della scelta di Cardinale di guardare altrove".
"Ecco perché l’Inter si è mossa, individuando una zona per costruire l’impianto di proprietà in autonomia. Sui terreni sono già stati effettuati sopralluoghi, che hanno evidentemente avuto esito positivo. Se così fosse, si andrebbe dunque definitivamente verso la costruzione di due nuovi stadi, con un San Siro la cui gestione a quel punto sarebbe totalmente a carico del Comune. L’Inter ha vissuto le mosse e la comunicazione di Cardinale degli ultimi tempi come un vero e proprio sgarbo istituzionale. E le frecciate a distanza non mancano".
"Perché se il Milan di Cardinale fa filtrare una perplessità diffusa per la situazione finanziare nerazzurra, rimarcando l’esistenza del finanziamento di Oaktree per 275 milioni, il club di Zhang è invece pronto a sottolineare come Cardinale abbia rilevato il Milan attraverso un “vendor loan”, ovvero un prestito che il venditore (Elliott) concede all’acquirente (RedBird, Cardinale appunto) in cambio di un pegno sul club. Della serie: attacco e contrattacco. Oltre il fumo, però, c’è anche l’arrosto. E un’Inter che non è ferma. Tutt’altro, come dimostra l’attivismo sulla scelta dell’area".
(Gazzetta dello Sport)
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