Dejan Stankovic è stato intervistato dal quotidiano serbo Blic. L'ex nerazzurro ha affrontato vari temi, dai figli alla nazionale serba, fino ad arrivare ai Mondiali a 48 squadre e al suo presente, da consigliere di Alexander Čeferin.
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Stankovic: “Vi racconto la mia famiglia. Uefa? Ecco cosa farò. Il calcio serbo…”
L'ex nerazzurro ha affrontato vari argomenti nella lunga intervista ai media serbi.
Queste le sue parole:
FAMIGLIA - Genitore di tre giovani di talento? L'amore dei genitori per i propri figli non si può descrivere, ogni genitore lo sa, è una cosa difficile da esprimere e ha poco a che fare con il calcio e lo sport in generale. Sono orgoglioso dei miei ragazzi, ma non per il calcio, perché sono bravi ed il merito è soprattutto di mia moglie Ana. Questo è il mio orgoglio, il calcio è un gioco, il loro desiderio. Filip è portiere, Aleksandar e Stefan giocano a centrocampo. A livello di mentalità forse Filip è più forte ed energico, ma tutti e tre sono grandi appassionati di calcio, che è un prerequisito per l'aspetto pratico. Io e Ana non li abbiamo forzati, è stato tutto naturale. Se gioco con loro? Abbiamo giocato qualche giorno fa a Belgrado e la squadra più giovane formata dai miei figli più qualche loro compagno ha vinto. Comunque non mi piace perdere. Calcio? È stata una loro scelta, non ci sono state pressioni. Il fratello di Ana era un calciatore? Sì, penso che possa scrivere un libro sulla vita di cinque giocatori, ma è ancora presto, magari tra qualche anno. Naturalmente sto scherzando. Ana è la spina dorsale della nostra casa e il principale fattore di successo. Certo spesso non è stato facile, ci sono state tristezza e gioia, ma è stata un punto di riferimento nelle nuove città, nelle nuove destinazioni.
NUOVA GIORNATA LAVORATIVA - La settimana lavorativa sarà tra Milano, Ginevra e Nyon, a causa di impegni alla Uefa. Non ho ancora iniziato a pieno, ma ci saranno sicuramente viaggi in vari paesi europei e molte attività. Entro fine gennaio potrò darvi maggiori dettagli.
MONDIALI A 48 SQUADRE - Negli ultimi Europei, con la competizione estesa ad altre squadre, gli stadi erano tutti pieni. Per questo io sono d'accordo con una competizione mondiale a 48 squadre. Molti paesi saranno incoraggiati a investire ancora nel calcio. Credo che questa formula porterà prosperità al mondo del calcio.
UEFA - Resterò nel mondo del calcio, quindi. È una cosa che mi rende felice. Mi occuperò dell'ulteriore sviluppo di questo sport.
SERBIA - Il calcio serbo è il mio calcio. Non non sono scappato e non ho mai voluto farlo. Ho solo 38 anni e il calcio serbo può sempre contare su di me. Anche se non sono presente fisicamente posso sempre aiutare. Al momento non posso tornare indietro, ma questo è il mio Paese, la mia casa, quindi prima o poi se ne potrebbe riparlare.
(Fonte: blic.rs/kurir.rs)
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