Strama: “Ragazzi pieni di rabbia a fine gara. Rigore inspiegabile. Gli infortuni…”

Che sia una stagione sfortunata quella dell'Inter ormai è noto anche ai meno appassionati di calcio, ma stasera si è superato ogni limite. In pochi minuti, complice l'inspiegabile decisione di Gervasioni, l'Atalanta ha recuperato il doppio svantaggio (3-1 ndr) ed è riuscita perfino ad aggiudicarsi il match per 4-3. Ai microfoni di Premium Calcio, Andrea Stramaccioni ha commentato la rocambolesca sconfitta di questa sera.

ANALISI - Fino al 3-1 per noi eravamo padroni del campo e della partita, avevamo molti spazi e potevamo colpire in contropiede visti gli spazi che ci lasciava l'Atalanta. Poi purtroppo l'inerzia delle partite cambia in base agli episodi...

SIGNIFICATO - E' una sconfitta che fa molto male, siamo davvero avviliti. I ragazzi a fine gara erano pieni di rabbia. Purtroppo in questa stagione non ci gira nulla bene.

ARBITRAGGIO - Oggi l'arbitro si è preso una responsabilità su un episodio che non è avvenuto. Con tutti i nostri limiti, abbiamo perso Cassano a fine primo tempo, ma davvero non riusciamo a spiegarci questa cosa. L'errore può esserci in casi come il contatto Cassano-Chiellini con la Juventus, qui invece non si è capito nulla. Pensavamo dalla panchina che il rigore fosse per fallo di Ranocchia su Livaja, invece ci hanno detto che il fallo era di Samuel, ammonendolo, quando non è avvenuto nulla. Addirittura i giocatori dell'Atalanta stavano andando a battere il calcio d'angolo. Dico questa cosa con tanta schiettezza e sincerità: ha visto questa cosa solo lui. E così si è riaperta la partita. Sul 2-1 per noi fallo di Rocchi? Credo che Canini abbia il dominio del pallone, poi purtroppo per lui commette un grave errore e perde il pallone.

INFORTUNI - Abbiamo avuto tanti problemi, abbiamo pagato tantissimi infortuni, abbiamo avuto le nostre colpe ed io non mi sono mai tirato indietro. Purtroppo se stasera avessimo vinto, sarebbe tutto diverso. Il rigore ha cambiato la partita e io non posso fare a meno di dire quello che penso.