- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
primo piano
Lunga intervista concessa da Andrea Stramaccioni, ex allenatore dell'Inter, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. In occasione della supersfida di domenica sera contro la Juventus, il tecnico è tornato sulla sua vittoria dello Stadium nel 2012.
Stramaccioni, cosa ricorda di quella serata?
"Una grande soddisfazione e una grandissima vittoria di tutto il popolo interista".
Furono tre punti d'oro malgrado un avvio disastroso…
"Avevamo deciso di giocare a viso aperto e in maniera spregiudicata, tutto sarebbe potuto accadere eccetto prendere gol immediatamente .... E fu ahimè esattamente ciò che accadde. Anche se c'era un fuorigioco netto. Ero anche in linea con il guardalinee".
Oggi con la Var certi episodi non potrebbero ripetersi.
"Per quanto si possa ancora discutere su qualche episodio, la Var impedisce di avere errori grossolani che possono condizionare pesantemente i risultati".
Ci sveli un aneddoto di quella serata che non è stato ancora raccontato.
"La cosa fu abilmente mascherata, ma sulla 'non espulsione' di Lichtsteiner, a causa di un violento pugno alla panchina, mi ruppi la mano (ride, ndr.). Per tutti i 90' era come se non avessi avuto nulla, ma sul pullman che ci riportava a Milano invece cominciai a percepire un dolore tremendo, che il dottor Combi penso a lenire".
Quella notte saliste a un punto dalla Juve, ma poi a primavera ci fu un crollo.
"Avevamo disputato un girone di andata molto buono vincendo tutti gli scontri diretti contro Juventus, Milan, Napoli, Fiorentina... Purtroppo da gennaio cominciarono una sfilza incredibile di infortuni (Samuel, Milito, Zanetti, Chivu, Palacio) che ci portarono a perdere molte delle certezze della prima parte della stagione".
Lei andò allo Stadium con un 3-4-3 che alla vigilia pareva folle…
"Ero convinto fosse l'unico modo per metterli realmente in difficoltà. Erano troppo forte e sicuri di ciò che facevano per preparare una gara attendista. La pensai così e i ragazzi furono perfetti nell'interpretare una grande gara, strameritando di vincere".
Nel tridente, con Milito e Palacio c’era Cassano. Poi cosa si è rotto con lui?
"Antonio è un giocatore che ho fortemente voluto all’Inter perché ha un talento a livello dei più grandi campioni degli ultimi anni, calcisticamente non si discute e certe giocate le ho viste fare solo a lui. Lui, Milito e Palacio se stavano bene erano devastanti e lo hanno dimostrato. Per quanto riguarda quello che è successo tra me e lui, beh è facilmente ricostruibile perché accaduto di fronte a diverse persone, ma sono cose che capitano in uno spogliatoio di uomini e probabilmente essendo io ancora molto giovane sbagliai ad aggredirlo. Oggi non lo rifarei. Mi spiace sapere che abbia smesso perché di giocatori così in Serie A ce ne sono sempre meno".
Vede similitudini con la sfida di domenica?
"Secondo me si affrontano l’Inter più forte e la Juve più in difficoltà degli ultimi 5 anni... Credo che mai come questa volta i valori siano vicini".
Allora Conte allenava la Juve, anche se era squalificato e in panchina c’era Alessio. Un'assenza che pesò?
"Conte è sicuramente uno dei migliori allenatori italiani di sempre, la sua forza è curare ogni centimetro delle sue squadre, dentro e fuori dal campo. Un esempio per tutti. Sicuramente non essere in panchina non è mai bello per un allenatore".
"È la cosa più brutta, ma purtroppo doverosa. Io lo vedo come un grande vantaggio per i nerazzurri perché lo Stadium in queste gare è un valore aggiunto contro chiunque affronti la Juventus".
Come finisce domenica?
"1-1, gol di Lukaku e Bonucci".
Alla fine a chi andrà lo scudetto?
"La Juventus resta favorita ma se non fa risultato contro l’Inter e con la sconfitta di Lione potrebbe avere un grande contraccolpo ambientale".
© RIPRODUZIONE RISERVATA