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Suarez attacca Suning: “Zero cultura, mi spiace che abbiano in mano l’Inter. E mi fa rabbia che…”

Duro attacco di Luisito Suarez nei confronti di Suning: "Il nome di Angelo Moratti non può essere cancellato da nessuno"

Matteo Pifferi

Lunga intervista concessa da Luisito Suarez a il Giornale. L'ex giocatore dell'Inter e Pallone d'Oro 1960 ha parlato del suo trascorso in quarantena ma anche di Inter, attaccando anche Suning:

PORTE CHIUSE

«Oggi, per il calcio, non ci sono alternative ma ritengo che non si debba giocare, è presto, si deve aspettare, agosto, settembre, magari fare come in Olanda, senza assegnare il titolo. Non è la fine del mondo. I calciatori dovrebbero parlare, per tutelare la loro salute. Come si può pensare a una partita senza contrasti, senza contatti? E a porte chiuse poi. Non è football».

SOLDI NEL CALCIO

«Anche il mio passaggio all’Inter portò venticinque milioni di pesetas al Barcellona che stava attraversando una crisi finanziaria pesante, per la costruzione del nuovo stadio e la difficoltà a sbarazzarsi del vecchio. Ma i troppi soldi stanno rovinando i giovani che non comprendono come il calcio sia sacrificio e sofferenza. Pérdono, in molti, la coscienza della realtà. Ripenso a quando andavamo a giocare in parrocchia, nel mio quartiere di pescatori e operai, in avenida Hercules, al numero 20 di Monte Alto a La Coruna, nessuno aveva il pallone, giocavamo con un a palla di stracci, soltanto il prete aveva tutto il necessario, maglie, pantaloncini e pallone. Quando incominciai a giocare con il Deportivo, andavo all’allenamento in tram. A Barcellona mi regalai una Dauphine Renault, poi con Goicolea mettemmo su una fabbrichetta di maglieria. Tutto qui. Prima degli anni d’oro all’Inter».

CONSULENTE DI MERCATO

«Insieme con Mazzola abbiamo portato Pirlo, Seedorf, Frey, Simeone, Zamorano, Silvestre. Ci è sfuggito Ronaldo, il portoghese, che avevo contatto personalmente».

CESSIONE DI PIRLO

«Pirlo aveva molto di me, in campo».

INTER AI CINESI

«Se immaginavo l'Inter in mano ai cinesi? Mai e mi dispiace moltissimo. Non sono più affezionato come lo ero e lo sono stato da quando sono arrivato in Italia. Ho sperato in una cordata di imprenditori, milanesi e non, ma quando ho visto il centro sportivo di Appiano Gentile, intitolato ad Angelo Moratti, che porta in lettere grandi, molto grandi, il nome Suning e, in basso, in memoria, addirittura scritta in inglese, di Angelo Moratti allora non sono riuscito a frenare la rabbia. Questi sono venuti per fare soldi, non conoscono altro, non hanno cultura, non conoscono il calcio, possono cancellare quello che vogliono ma la storia dell’Inter e dell’uomo che l’ha fatta grande e che ha voluto quel centro sportivo, non può essere cancellata da nessuno, anche da chi sta cercando di tornare a vincere tutto. Non vado a San Siro da tempo ma non c’è più quel cuore della grande squadra e del grande club».

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