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Suarez: “Inter, sono un po’ preoccupato. Nessuno si aspettava questo inizio: se Spalletti…”

Marco Astori

Le parole dell'ex centrocampista nerazzurro

"Ci giocavamo gli scudetti, ma alla fine eravamo amici, anche da avversari". Così Luisito Suarez, ex centrocampista della Grande Inter, in una lunga intervista concessa ai microfoni de Il Resto del Carlino in vista della sfida di sabato contro il Bologna.

Suarez, sabato al Dall'Ara si affrontano due squadre alla pari, almeno in classifica.

"Eh, nessuna delle due è partita benissimo. Onestamente sono un po' preoccupato, perché se l'Inter dovesse perdere anche contro il Bologna, il distacco da chi punta allo scudetto si farebbe quasi incolmabile dopo tre sole giornate".

Addirittura.

"Beh, nessuno si aspettava che la squadra di Spalletti iniziasse così. Se dovesse andare male anche sabato, non so come andrà a finire".

Non è che il Bologna sia partito tanto meglio...

"Ammetto che non l'ho seguito benissimo. Certo la partenza di Verdi è stata importante, per il talento del giocatore. Non riesco a vedere tutte le partite che vorrei, perché lavoro per una radio che segue il Barcellona e quando giocano Messi e compagni sono sempre impegnato".

Che cosa pensa di Inzaghi allenatore?

"Che sicuramente ha le qualità che servono, ma un allenatore deve preoccuparsi soprattutto di non fare danni. Alla fine, sono sempre i giocatori con le loro qualità e la personalità, a fare la differenza".

Lei contro il Bologna perse uno scudetto allo spareggio, nel 1964.

«Erano anni di bellissime lotte, tante. Quel Bologna dava filo da torcere a tutti, ed era pieno di grandi amici. Nonostante le tante battaglie in campo, con i vari Pascutti, Janich, Perani, Fogli, Haller, con Nielsen che poi venne all'Inter, c'era un bel rapporto di amicizia fuori dal campo. E poi Bulgarelli: l'ultima volta che sono tornato a Bologna era per un evento che ricordava Giacomo, lui era veramente l'emblema di quella squadra. Per come giocava, ma soprattutto per il modo in cui si comportava anche fuori dal campo».

Lei poi ritrovò Bernardini come allenatore alla Sampdoria, qualche stagione dopo.

"E furono anni molto belli, andavamo d' accordo. A quel punto eravamo sulla stessa barca, ho avuto un bel rapporto con lui".

Ha allenato anche la Spal. Che effetto le fa vederla così in alto?

"Mi fa piacere perché Ferrara è una piazza importante, dove si riesce a fare bene calcio. Ai miei tempi la Spal in A era un classico. Quando la allenai eravamo anche andati benino, poi cascammo male verso la fine. Ma sono contento di vedere Ferrara di nuovo tra le grandi".