In campo le cose vanno a gonfie vele, mentre sul fronte societario l'Inter è in attesa di capire chi sarà a guidarla. Suning non vuole disimpegnarsi, ma, come riporta la Gazzetta dello Sport, la chiusura del rubinetto da parte di Pechino ha obbligato al cambio di rotta. "L'ambizioso imprenditore 57enne era già rammaricato 18 mesi fa perché, frenato dai vincoli del Financial Fairplay, non riusciva a far passare il messaggio che le risorse di Suning in chiave Inter erano enormi".
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Suning non vuole disimpegnarsi, ma la chiusura del rubinetto da parte di Pechino ha obbligato al cambio di rotta
"Della questione si occupa soprattutto Steven, che da Nanchino ha fatto sapere alla dirigenza nerazzurra che si sta adoperando per "cercare una soluzione". Nessuno ha chiesto se "la soluzione" potrebbe portare anche alla cessione della maggioranza. Con relativo rischio che chi entra - soprattutto in questa fase, non si può escludere nulla - voglia cambiare il management", sottolinea il quotidiano.
"A prescindere da quello che riserverà il futuro, viene difficile muovere accuse alla proprietà cinese, che ha investito 550 milioni e che prima della pandemia aveva portato i ricavi a 417 milioni di euro, più del doppio rispetto a prima dell'acquisizione di Suning, uscendo dal regime di Settlement Agreement con la Uefa. Senza dimenticare l'apertura della nuova sede, il rinnovamento del Suning Training Center di Appiano Gentile, dove si allena la squadra, e gli investimenti sulle strutture del settore giovanile".
(Gazzetta dello Sport)
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