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Corazzata Inter
—L’Inter è la corazzata di questo calcio che non può rinunciare ai centimetri e però li mescola con il talento, è la fusione perfetta - come raccontano il campionato e pure la Champions dell’anno scorso - tra i muscoli e la materia grigia, la combinazione tra la fisicità di Thuram e la solenne perfidia di Lautaro Martinez: e comunque in sintesi è l’evoluzione stessa di Simone Inzaghi, la sua capacità di (auto)controllarsi, la freddezza nel resistere alla tramontana di passaggio e poi di scappare via, lasciandosi trascinare dal vento amico. Il 3-5-2 ha smesso (e da un bel po’) di sapere di vecchio, forse di provincialismo o semmai, secondo superficiali letture, di difensivismo: 49 reti in 20 partite di campionato; 8 in sei gare di Champions; il capocannoniere, Lautaro, i suoi vice, Calhanoglu e Thuram, che gironzolano intorno a Giroud, testimoniano la natura d’una squadra favorita per ciò che dimostra attraverso i suggerimenti del suo mentore.
Il progetto Lazio
—E però la Lazio sta in un progetto umano, rientra nelle illuminazioni di quel visionario un po’ scorbutico e un po’ donchisciottesco che ha fatto della sua identità calcistica una missione, che ama stupire con gli effetti speciali di Immobile o di Felipe Anderson o di Luis Alberto ma senza mai tradire il «pensiero» sarrista, che è integralismo per modo di dire, perché i concetti sono ampi, prediligono la fase offensiva e però si sviluppano attraverso una rigorosa copertura difensiva, come raccontano le cinque recenti vittorie consecutive, costruite (anche) chiudendosi per tre volte la porta alle spalle.
Pensieri a confronto
—L’Inter è Inzaghiana - di fatto - ancor prima che Marotta, con un blitz, strappasse l’allenatore a Lotito e gli consegnasse l’eredità di Antonio Conte, un padre-fondatore di questa teoria rivisitata in epoca moderna. La Lazio ha abbracciato il Sarrismo partendo da letture differenti e però nel triennio si è «educata» a quel calcio, l’ha assorbito e lo ha sviluppato, con fierezza è arrivata in Champions, ed è rimasta protagonista come lo era stata in precedenza evitando di pagare dolorosi pedaggi esistenziali. Inter-Lazio è, secondo le convenzioni, di Lautaro e Immobile, di sfide incrociate o distanti, di Calha e Luis Alberto, di chiunque esibisca calcio, dunque di Inzaghi e di Sarri, le due facce di questa (bella) Italia da esportazione", si legge.
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