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Supercoppa, Vieri: “Non vedo favoriti. Per Inzaghi c’è un buon segnale. Lukaku…”

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Alla vigilia del derby di Supercoppa, Bobo Vieri ha parlato della gara in un'intervista al Corriere dello Sport

Gianni Pampinella

Alla vigilia del derby di Supercoppa, Bobo Vieri ha parlato della gara in un'intervista al Corriere dello Sport. Per l'ex attaccante non c'è una squadra favorita: "Mi aspetto siano decisivi gli attaccanti, sono loro a dover fare gol. Anche perché tra Dzeko, Lautaro, Leao, Giroud e chi può entrare a gara in corso c’è soltanto l’imbarazzo della scelta".

Resterà ancora fuori Lukaku. Qual è la sua reale dimensione viste le differenze tra la prima e la seconda esperienza all’Inter?

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«Quest’anno praticamente non ha mai giocato. E mi viene difficile valutarlo o fare paragoni non avendolo quasi mai visto in campo. Nella vittoria contro il Napoli però Lukaku era ai box, ma l’Inter ha giocato ugualmente bene e questo è un buon segnale per Inzaghi. Significa che la squadra non dipende dal suo top player». 

Quanto preoccupano, invece, gli ultimi passi falsi del Milan?

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«Stefano Pioli è un tecnico intelligente, avrà già proiettato la squadra sulle prossime sfide puntando sull’aspetto psicologico. Il gruppo è di valore, lo dimostra l’impresa che hanno fatto l’anno scorso in Serie A. Non è che se fai male per un paio di partite è tutto da buttare. I periodi negativi fanno parte del calcio, il problema reale è come viene percepito il rendimento all’esterno».  

Inter Lukaku

Inter favorita secondo gli allibratori. Condivide?

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«No, in queste partite e tra squadre di questo calibro si parte alla pari. La differenza la farà chi riuscirà a stare dietro al gioco, non ai singoli. Perché nel calcio se migliori il gioco, poi è più facile vincere le partite. Comunque vada sarà uno spettacolo, un derby di Milano con lo stadio pieno e tutto il mondo a guardarci». 

Le tante assenze del Milan fino a che punto sono un’attenuante?

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«Non bisogna aggrapparsi agli infortuni perché tutte le big hanno pagato dazio. Penso a Vlahovic, Lukaku, Maignan, Osimhen, Dybala e via dicendo. Se hai un impianto collaudato e se hai lavorato bene nel costruire la squadra, riesci comunque a esprimere i valori reali. Quello del Milan rimane comunque un caso limite, visto il numero esagerato di infortunati». 

(Corriere dello Sport)

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