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Ti fai sentire molto in campo
"Se parla Roberto non c’è bisogno che lo faccia anche io, ma quando mi dice di allenare o arbitrare le partitine, allora mi faccio sentire. Parlavo anche da giocatore, in campo manca sempre qualcosa, non si comunica. Non ho conosciuto tanti calciatori che parlano, in Italia lo faceva Thuram, al Barcellona Xavi."
Come nasce il tuo rapporto con Mancini?
"Con Mancini abbiamo trascorso sei mesi insieme al City. Negli anni ci siamo tenuti in contatto tramite mail e non avrei mai pensato che avesse potuto sceglierei come suo vice".
In che condizioni fisiche si trova la squadra?
"Col caldo è difficile, ma stiamo affrontando partite importanti e questo è fondamentale. Bayer, Real e Milan sono avversari forti".
C'è molta intensità negli allenamenti.
"Per rendere al meglio bisogna pensare e giocare veloce, non basta fare una sola delle due cose. Proprio per questo motivo aumentiamo sempre l’intensità di gioco negli allenamenti. Dobbiamo ragionare prima di giocare".
La fase difensiva del Barcellona è diversa, come si abituerà Montoya?
"A Barcellona c’è un altro modo di intendere la fase difensiva. C’è un’altra qualità e quando si perde la palla si cerca di conquistarla immediatamente. In Italia c’è un altro tatticismo e anche Montoya dovrà abituarsi, ma nulla di complicato, capisce tutto quello che gli diciamo".
Tutti i calciatori ti apprezzano
"Questo mi rende felice: il mio compito è anche quello di non far sentire demotivato chi gioca meno. Penso di essere per loro una sorta di fratello maggiore".
Dove può arrivare l'Inter?
"Aspettiamo la chiusura del mercato, ma penso che potremmo fare qualcosa di buono".
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