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In una lunga intervista rilasciata a Il Messaggero, Paolo Tagliavento, fino a qualche giorno fa arbitro di Serie A, ha raccontato alcuni passaggi importanti della sua carriera nel nostro campionato, come i giorni vissuti durante lo scandalo Calciopoli, le manette di Mourinho in quel fatidico Inter-Sampdoria e il gol non dato a Muntari in quel Milan-Juventus che poi ha deciso lo Scudetto in favore dei bianconeri. Ecco le sue parole:
"A Coverciano ho versato un po' di lacrime quando Rizzoli e gli altri arbitri di Serie A hanno salutato me e Damato. Un momento commovente. L'abbraccio di De Rossi non è stato il solo: con tanti calciatori si è instaurato un rapporto di stima e affetto reciproci. Sono sereno, ho coronato il mio sogno, anche se mi sarebbe piaciuto dirigere un finale Mondiale o di una competizione europea. Calciopoli? Un periodo tremendo, giorni terribili che per fortuna sono durati poco. Io ero estraneo, come è stato appurato dalla giustizia. Fare l'arbitro è stato una scuola di vita: a 15-17 anni impari a prendere da solo le decisioni e a crescere prima. Le manette di Mourinho? Mi hanno dato fastidio, ma solo per un attimo. Tutti dissero che avevo diretto molto bene. Il gol di Muntari è il mio errore più evidente, oggi si sarebbe evitato in un decimo di secondo con il VAR. Il futuro? Vorrei portare la mia esperienza come insegnamento per i ragazzi".
(Fonte: il Messaggero)
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