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TAIDER: “Ecco perché sono all’Inter. Juve favorita. Mazzarri mi ha detto…”

E’ considerato il jolly del centrocampo di Walter Mazzarri che lo ha elogiato nella prima partita di campionato contro il Genoa perché solo dopo qualche giorno di allenamento con l’Inter si è subito fatto trovare pronto quando è...

Eva A. Provenzano

E' considerato il jolly del centrocampo di Walter Mazzarri che lo ha elogiato nella prima partita di campionato contro il Genoa perché solo dopo qualche giorno di allenamento con l'Inter si è subito fatto trovare pronto quando è stato mandato in campo. Saphir Taider piace al mister perché è un combattente e si adatta a diverse posizioni in campo. Il giocatore nerazzurro ha rilasciato un'intervista rilasciata a Thomas Simon, giornalista di France Football. Ecco cosa ha detto: 

Saphir, prima di te, un altro giocatore ha mosso i suoi primi passi con il Grenoble prima di vestire il nerazzurro dell'Inter...Youri Djorkaeff. Non me ne hanno parlato finora, ma è molto conosciuto in Francia. Youri Djorkaeff è Youri Djorkaeff e io sono io. Ho un sacco di lavoro da fare. Arrivare in un grande club non è un obiettivo, ma è piuttosto un modo per andare oltre i limiti, ho ancora tanta strada da fare.

Con gli altri giocatori in Serie A, come Paul Pogba, Jonathan Biabiany o il tuo compagno di squadra Ishak Belfodil, condividete il merito di aver dato i primi calci in Francia per poi sbarcare in Italia e mettervi in mostra...

Alcuni giocatori non hanno il coraggio di partire e preferiscono restare in Francia per irrobustursi, diventare più forti. Io ho rischiato perché tanti giocatori che partono e vanno all'estero si bruciano le ali. Non ho paura di niente. Sono fatto così, voglio sempre andare oltre. Nel calcio l'unica verità è quella del campo. Parla sempre lui, non ci sono altri segreti. Il lavoro paga. Ognuno ha la sua strada da seguire. A me è andata abbastanza bene, ma poteva anche andare male. Vi dico che non è stato facile. Il campionato italiano non è certo quello nel quale i giovani possono esprimersi al meglio. 

Ti ricordi momenti complicati quando sei arrivato in Italia, a Bologna, nell'estate del 2011?

Ah sì, mi ricordo tutto. Non è stato facile. Non capivo la lingua. Non avevo con me la mia famiglia e i miei amici. Ero il più giovane della rosa. C'erano un sacco di giocatori esperti e non era facile ottenere uno spazio. Ma con il lavoro, a poco a poco, sono riuscito a ritagliarmi uno spazio e a giocare per una stagione intera. È per questo che ora sono all'Inter. La Serie A è un campionato importante e il mio obiettivo è sempre stato quello di giocare in un grande club.

Ti sei sentito un po' confuso, un po' perso?

No, no. Perché avevo un obiettivo in mente ed era proprio quello di giocare nell'Inter, so perché sono qui: devo giocare a calcio e nient'altro. Mi sono detto che devo allenarmi ogni giorno e che devo dare tutto. 

Hai detto: "Non dobbiamo dimenticare che l'Inter è un grande club che ha vinto tutto". Dal Grenoble ad uno dei più grandi club del mondo in pochi anni. Possiamo parlare di ascesa?

Se guardiamo al risultato si. Questo è il risultato, ma dietro ad esso, ci sono molte ore di lavoro, molte critiche. Ci sono un sacco di sacrifici. Partire da giovani e andare all'estero non è da tutti, questa è la parte più difficile. So da dove vengo e non me lo dimenticherò, come non dimenticherò quanto ho lavorato per essere qui. 

Cosa ti ha detto Mazzarri quando sei arrivato all'Inter?

Il nostro allenatore è molto conosciuto. Ha fatto molto bene con il Napoli, lo ha portato in alto. E' un grande allenatore, molto amato in Italia. Mi ha solo detto che mi conosceva per il lavoro che ho fatto in Serie A e mi ha detto che se continuerò così potrò ancora imparare e crescere. E che il lavoro avrebbe pagato. 

La Juve ha vinto gli ultimi due campionati ed è ancora la favorita...

Sì, certo, la Juventus è una grande squadra con grandi campioni, ha vinto gli ultimi due titoli e quindi resta la favorita. Ma non dimenticate che l'Inter è un grande club che ha vinto tutto. Ora sinceramente non so quali sono i loro obiettivi. Il nostro allenatore ci chiede di lavorare di sudare per la maglia e dare il massimo sul campo perché con il lavoro è possibile qualsiasi cosa.

I fratelli Boateng hanno deciso di giocare uno nella Nazionale ghanese e l’altro nella Nazionale tedesca. Anche voi siete due fratelli: tu hai scelto l’Algeria e lui la Tunisia…

E’ bello. Ho fatto la mia mamma contenta, è molto felice che io abbia scelto di giocare per la sua Nazione. Anche mio padre è felice perché l’Algeria ce l’ha nel cuore. E’ una scelta di calcio, ma è stata fatta perché mi piace l’entusiasmo del pubblico algerino, la mania che c’è intorno alla Nazionale.  Mi ha sempre affascinato, fin da quando ero piccolo, quando guardavo le gare con la mia famiglia. Questo è il calcio però e io non dimentico di avere nelle vene sangue algerino e tunisino. Nella prima partita contro il Benin ho fatto un assist e un gol. Ho segnato anche contro il Ruanda. Ma senza i miei compagni, senza il gruppo, non potrei fare nulla. E adesso abbiamo l’obiettivo di qualificarci per i Mondiali in Brasile e faremo di tutto per andarci.