In casa Inter tiene banco la questione tamponi: i nerazzurri attendono di conoscere l'esito degli ultimi test effettuati e la conseguente decisione dell'Ats sui calciatori convocati in Nazionale, con le varie Federazioni che spingono per averli a disposizione. Una situazione che tiene in apprensione l'ambiente interista, come scrive il Corriere dello Sport.
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Tamponi, medaglia a due facce: Nazionali pronti a partire, Inter in apprensione
I nerazzurri attendono l'esito degli ultimi test e la conseguente decisione dell'Ats sui calciatori convocati in Nazionale
Due facce della stessa medaglia
"La classica medaglia a due facce. Da un lato, infatti, la speranza che i tamponi effettuati ieri diano nuovamente esito negativo, confermando, di fatto, lo stop alla diffusione del contagio alla Pinetina. Dall'altro lato, però, tale auspicata eventualità accenderebbe la preoccupazione per i nazionali che, quasi certamente, verranno autorizzati a partire dall'Ats. Insomma, si continuano a vivere ore di apprensione in casa nerazzurra. Anche perché è ancora vivo il ricordo di quanto accaduto nelle soste di ottobre e di novembre. La prima "regalò" le positività di Bastoni e di Skriniar. La seconda quelle di Brozovic e Kolarov".
Nazionali pronti a partire
"La premessa è che i nuovi tamponi, quelli che il gruppo squadra nerazzurro ha effettuato ieri mattina ad Appiano, siano tutti negativi. A quel punto, la palla passerà all'Ats, che secondo quanto trapelato, dovrà accettare di "liberare" Brozovic, Perisic, Eriksen, Lukaku e Skriniar, visto che le diplomazie di Croazia, Danimarca, Belgio e Slovacchia sono quelle che si sono mosse, appellandosi alla legge italiana che permette agli stranieri di trascorrere la quarantena nel proprio paese. Ci saranno, però, delle condizioni: viaggiare con un volo privato, e comunque isolati, indicare un domicilio e, comunque, restare in quarantena fino al 14° giorno, ovvero fino al 31 marzo. Insomma, in base a queste regole non dovrebbero avere contatti con i compagni di nazionale, né tantomeno giocare le partite. Già, ma allora che senso avrebbe chiamarli? Evidentemente, una volta nei rispettivi Paesi, scatterebbero le leggi del luogo e si può già dare per scontato che verrà trovato il modo per utilizzarli".
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