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Si sarebbe dovuto discutere lunedì 12 dicembre, il ricorso vs il documento di Palazzi, portato dal Brescia Calcio, nella figura del suo legale Bruno Catalanotti, sulla tavola dell'Alta Corte di Giustizia. L'incontro, che quasi a pennello anticipava di qualche giorno un'altra tavolata, detta della pace, è slittato a lunedì 19 dicembre. L'Alta Corte di Giustizia sarà quindi chiamata ad esprimersi sul ricorso presentato il 15 luglio dall'Avvocato del Brescia Catalanotti nel quale lo stesso evidenziava l'inutilità nonché scorrettezza giuridica nel portare avanti le indagini per più di un anno oltre al termine della prescrizione dei fatti indagati e consegnare agli atti un giudizio insindacabile e irrevocabile, contro il quale i protagonisti coinvolti non hanno avuto modo di difendersi. Il documento di Palazzi peccherebbe per tutti questi motivi di "abnormità". Il Brescia, tirato in mezzo per l'associazione con Nello Governato che avrebbe rappresentato il Brescia e commesso illecito, ha da subito tirato fuori le unghie e combattuto affinché questo atto venisse giudicato privo di valore.
Lunedì 19 dicembre potrebbero presentarsi due scenari. Quello più auspicato dal Brescia (e aggiungerei dalla società nerazzurra, che non si è mossa in primissima persona ma che potrebbe beneficiare molto da questa eventualità) comporterebbe l'accettazione del ricorso e il conseguente annullamento del documento redatto diligentemente da Palazzi. Nessuna onta agli atti, in poche parole. In una seconda eventualità l'Alta Corte di Giustizia potrebbe respingere il ricorso, con una serie di giustificazioni e motivazioni. Spiegandoci a questo punto perché nonostante la prescrizione il documento di Palazzi debba essere comunque considerato valido.
Tutto questo ha più di una relazione con il cosiddetto tavolo della pace, intorno al quale si siederanno domani gli invitati di Petrucci. Tavolo che ha già destato polemiche non tanto sui presenti, quanto sugli assenti. E più degli assenti preoccupano le tematiche delle quali si parlerà. Il tavolo è stato infatti ridotto ad una mera questione tra Juventus ed Inter, fulcro di rancori atavici e mai risolti. Il Brescia Calcio, come ci chiarisce l'Avvocato Catalanotti, non ha mai chiesto di essere invitato a sedersi a quel tavolo, ma spera che l'agenda stabilita da Petrucci non trascuri questioni di giustizia ordinaria ancora attuali e in corso. Come si può cercare di mettere pace nella questione Calciopoli se c'é ancora un processo in corso e senza considerare squadre come il Brescia, il Bologna e l'Atalanta che in questo processo si attendono un risarcimento danni, danni -lo ricordiamo- dovuti alle relative retrocessioni avvenute nel campionato 2004-05? Il tavolo della pace terrà conto dei colpevoli e delle responsabilità individuati nel processo di Napoli? Si avvarrà della stessa netta distinzione tra vittime e carnefici? Approfondirà la complessità di un sistema che non può davvero essere ridotto ad uno scontro tra Agnelli e Moratti? Il futuro del calcio italiano dipende anche da questo tavolo.
Chiudiamo con una considerazione che ci fa sorgere spontaneo un dubbio sulla capacità di questo tavolo di rendere giustizia in merito a quanto creato dal sistema Calciopoli. Riportiamo dall'Espresso una interessante intercettazione, che vede coinvolto l'allora capoufficio stampa della Figc Antonello Valentini. Antonello Valentini telefona a Luciano Moggi per chiedergli dei biglietti omaggio per una partita. La chiacchierata scivola poi sul procuratore della Federcalcio Emidio Frascione, che ha preso troppo sul serio il suo lavoro. Moggi dice che «è matto, va rinchiuso in manicomio», Valentini lo definisce un «D'Artagnan dei miei coglioni», «un nemico in casa», un «pazzo giustizialista». E aggiunge che «bisogna mettere della gente funzionale al sistema», il procuratore «deve capire che è uno di noi funzionale al sistema», «non bisogna mettere gente che va per i cazzi suoi». Infine spiega che «la nostra è una giustizia sui generis» e che bisogna farlo capire al procuratore perché altrimenti «ci buttiamo la merda in faccia da soli». Antonello Valentini, invitato da Petrucci a sedersi domani al tavolo della pace, è ora direttore generale della Figc. Buon tavolo a tutti!
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