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Thiago Motta: “Non abbiamo Baggio o Totti, ma siamo un gruppo. Mourinho…”

Eva A. Provenzano

L'ex interista, impegnato agli Europei con la maglia della Nazionale Italiana, ha parlato dell'avventura francese, di passato e futuro

E' il numero delle 10 dell'Italia all'Europeo e con la maglia dell'Inter ha vinto il Triplete, nel 2010. Thiago Motta ha parlato della sua avventura in Francia e anche del suo passato ai microfoni de El Periodico. Ecco cosa ha detto:

- Hai giocato anche nel 2012 contro la Spagna, come vedi la prossima partita dell'Italia?

Spero che sia uno spettacolo. La Spagna è favorita, ma non ci importa. Quando siamo arrivati ​​in Francia nessuno avrebbe scommesso su di noi e ci siamo qualificati in due partite. Noi non abbiamo la qualità di Spagna o Germania, ma abbiamo le nostre armi per essere competitivi. Sarà una partita tra due squadre con una storia enorme.

- L'Italia è tornata ad essere forte in difesa?

Ogni allenatore usa i suoi punti di forza nel miglior modo possibile. Se vinciamo il titolo si dirà che tutto era fantastico. Non importa lo stile, conta solo il risultato. Non abbiamo Totti, Baggio o Ibrahimovic, ma abbiamo buoni giocatori. Siamo un bel gruppo, una squadra forte e unita. Per me il calcio è vincere o perdere con 11 difensori e 11 attaccanti, il calcio è un collettivo. Il nostro spirito di squadra è molto forte e rimaniamo umili. Conosciamo la nostra realtà. Se non pensiamo di poter arrivare al massimo sarà difficile battere nazionali come la Spagna, la Francia o la Germania.

 -Hai conosciuto tutti gli stili, Blanc al Psg, l'Inter di Mourinho e Ranieri. Quale hai apprezzato di più?

Rispondo la stessa cosa. Tutte i metodi sono validi se si ottiene un risultato. Per esempio, ho sempre visto Claudio Ranieri come un allenatore formidabile, ma non ha vinto prima di questa stagione con il Leicester e quello che ha vinto lo ha vinto meritatamente. Mourinho ha vinto anche senza un gioco molto spettacolare. Tutte le forme di gioco devono essere rispettate. ù

- Hai sangue italiano dal nonno, ma ha giocato nelle giovanili del Brasile...

Mi considero al 100% italiano ma sono nato in Brasile, non importa il luogo di nascita importa ciò che viene fatto quando scendi in campo. Per esempio, ero felice per il gol di Eder, che è anche nato in Brasile, come me, ma ma sarei stato felice anche se avesse segnato Zaza, Immobile o Chiellini. Siamo tutti uguali, non c'è differenza tra italiani e brasiliani, sono polemiche che si creano quando le cose sono non vanno bene. Niente di più. Siamo coinvolti al cento per cento in questa avventura e daremo sempre massimo. La passione per il calcio e l'onore di questa maglia sono al di sopra di tutto. Poi per me è come giocare in casa perché gioco con il PSG. 

- Italiano, Portoghese, Spagnolo, Francese. Parli tutte queste lingue, quando ti guardi indietro e vedi la sua intera carriera, a cosa pensi?

Ho 33 anni e penso di aver fatto bene. Ho giocato nei tre maggiori campionati visto che ho giocato ai miei esordi con il Barcellona, una squadra speciale da dove vengono grandi calciatori. Con il Psg ho un contratto fino al 2017 e mi piacerebbe allenare come ha fatto Guardiola per esempio. 

(Fonte: elperiodico.com)