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Thiago Motta si è concesso ai microfoni della Gazzetta dello Sport; ecco riportate le parti più interessanti:
Al momento gli otto punti in campionato indicano che questo è quanto vale questa Inter, una Inter da quartultimo posto. E' inutile cercare scusanti, tanto più dare la colpa agli arbitri; siamo noi giocatori ad aver fatto male e questo è quanto ci siamo meritati. Per quello che abbiamo fatto in campo non possiamo valere di più, come potenzialità certo, ma al momento da fuori si vedono Juve, Napoli, Milan, Lazio e Udinese valere più di noi. E' difficile dire dove saremo alla fine del campionato, anche perchè ci sono squadre che corrono, ma nessuna che vole. La classifica è molto corta ed il nostro distacco non è così enorme; certo è che finchè continueremo a giocare così non avremo alcuna chance di lottare fino in fondo per il titolo.
E' ovvio che sentiamo la mancanza di Eto'o: senza togliere niente a nessuno lui era uno che faceva la differenza. Su Diego (Milito ndr) dico che ha bisogno soltanto di fiducia per tornare ad essere quello che è. Lo vedo molto giù di morale perchè ad un attaccante come lui la mancanza di gol è pesante da sopportare; ha solo bisogno di sbloccarsi.
Quando c'è un cambio di allenatore significa che nella squadra c'è qualcosa che non va. Gasperini lo reputo e lo stimerò sempre come un grandissimo allenatore e la colpa del suo esonero è più nostra che sua: gli allenatori sono importanti, ma alla fine a contare è quello che fanno i giocatori in campo. Mi viene da ridere quando sento parlare di atteggiamento o di concentrazione: un calciatore o è di livello o non lo è. Oggi noi non siamo quelli di due anni fa.
Il problema non sta nel fisico, né nell'età; sta nel fatto che in una partita concediamo troppo ai nostri avversari. Dovremmo migliorare e molto nel controllo della palla, tenerla più tra i piedi in maniera tale da non dare chance di ripartenza agli avversari.
E' vero che non sono velocissimo, ma nel calcio moderno tutti devono correre e ognuno alla propria velocità; personalmente preferisco più far andare il cervello che le gambe, tenere la palla un secondo di più per dare la possibilità al mio compagno di trovarsi nella condizione migliore per ricevere un passaggio. Nella mia carriera ho rivestito tanti ruoli e questo mi ha aiutato a capire come giocare meglio in funzione dei miei compagni. Adesso se posso scegliere preferisco giocare interno in un centrocampo a tre o centrale di uno schema a rombo.
Ripartiamo dal Lille per continuare quanto di buono fatto in Champions, poi penseremo al Genoa, un passo alla volta senza farci condizionare- Sarà la mia partita numero 100 in Italia e anche se non tengo il conto di queste cose, se dovessi scegliere la partita più memorabile direi il 4-0 sul Milan.
Il fatto di aver preso 5 rigori contro in 8 giornate è anomalo, ma non me lo voglio spiegare. Preferisco pensare che sia una coincidenza, altrimenti mi verrebbero pensieri che non portano da nessuna parte.
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