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THOHIR: “LA UEFA SA OGNI NOSTRA MOSSA. TUTTI CERCANO SOCI CINESI, SOLO CHE NOI…”

Le parole pronunciate ieri dal presidente nerazzurro Erick Thohir sono state riportate integralmente dall’odierna edizione de Il Giornale. Rivediamo i passaggi in cui l’indonesiano parla dei rapporti con le banche e della tagliola...

Lorenzo Roca

Le parole pronunciate ieri dal presidente nerazzurro Erick Thohir sono state riportate integralmente dall'odierna edizione de Il Giornale. Rivediamo i passaggi in cui l'indonesiano parla dei rapporti con le banche e della tagliola rappresentata dal Fair Play Finanziario:

Avete dato mandato a Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo, di cercare un socio?

«No, ho chiesto a Goldman di vagliare eventuali partner locali per organizzare eventi e nuove attività. Lavorare con loro è fondamentale perché conoscono il territorio e il mercato meglio di me. Poi se questo potenziale partner, che al momento non c’è, vorrà anche quote societarie si può fare, ma non ora, dopo soli due anni dal mio ingresso. Non dovete stupirvi di tutto questo, in Inghilterra i maggiori club sono in mano a iraniani, russi, americani, cinesi, emirati arabi. Il Milan sta cercando di farlo, noi lo stiamo facendo alla luce del sole, ma so che in Italia altri club stanno lavorando con la Cina sottotraccia. Se trovi qualcuno che ti aiuta a crescere, io dico: perché no?».

L’Inter deve adeguarsi al fair play finanziario, quanto vi pesa?

«È una priorità. La Uefa ha capito i nostri sforzi, è a conoscenza del nostro progetto, noi prima di acquistare un giocatore, o anche mettere sotto contratto Mancini, abbiamo parlato con la Uefa. Il fpf non è nato per sanzionare le squadre ma per evitarne i fallimenti. E l’Uefa ci sta dando una mano. Noi dobbiamo stare in un rosso massimo di trenta milioni e io credo che il prossimo anno arriveremo al pareggio, così come concordato».

Si parla di un rosso pesante...

«Abbiamo avuto ricavi per 180 milioni, più della scorsa stagione, e in questa non eravamo neppure in Europa League. Siamo cresciuti del 10 per cento, penso sia un segnale positivo. Noi dobbiamo arrivare ad avere ricavi per 230 milioni e entrare nella top ten dei club europei. Senza questa cifra non possiamo comprare e dobbiamo cedere. Li abbiamo 230 milioni, ma non è così che si fanno le cose. Il nostro business non è il mercato dei calciatori».

(il giornale)