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THOHIR: “PRENDIAMO UNA PUNTA E UN CENTROCAMPISTA. NOMI? VEDIAMO. I TIFOSI…”

Ha parlato, e non poteva essere diversamente, anche di mercato il presidente nerazzurro, Erick Thohir, nella sua intervista alla Gazzetta dello Sport: “Abbiamo parlato di mercato lunedì? No, vengo ag­gior­na­to...

Riccardo Fusato

Ha parlato, e non poteva essere diversamente, anche di mercato il presidente nerazzurro, Erick Thohir, nella sua intervista alla Gazzetta dello Sport: "Abbiamo parlato di mercato lunedì? No, vengo ag­gior­na­to quo­ti­dia­na­men­te da Au­si­lio, il mer­ca­to è an­co­ra lungo. Anche per que­sto non pos­sia­mo an­co­ra fis­sa­re un obiet­ti­vo per la pros­si­ma sta­gio­ne di­ver­so dall’Eu­ro­pa League. Obiettivi? Non prima di aver chiu­so il mer­ca­to e aver visto cosa fa­re­mo nei primi match uf­fi­cia­li. Inu­ti­le fare pro­cla­mi ora, anche se ci pro­ve­re­mo in ogni modo. Ab­bia­mo gran­di am­bi­zio­ni. Come si colma il gap con le altre? Per fare una squa­dra forte non basta met­te­re in­sie­me gio­ca­to­ri forti. Molto di­pen­de da come il grup­po sa lot­ta­re in­sie­me. Vi porto gli esem­pi di Costa­ri­ca, ma pure del mio DC Uni­ted, ul­ti­mo lo scor­so cam­pio­na­to e al ver­ti­ce in que­sto. Poi è chia­ro che ser­vo­no i fuo­riclas­se. Se a gen­na­io non aves­si­mo preso Her­na­nes forse non sa­rem­mo an­da­ti in Eu­ro­pa Lea­gue. La Juve perde senza Conte? Loro ri­man­go­no una delle fa­vo­ri­te. Ma ogni club ha la pro­pria stra­te­gia. Noi vo­glia­mo una rosa forte, ma equi­li­bra­ta. Nell’età e nei vari ruoli. Te­ne­re gio­ca­to­ri in esu­be­ro non fa­reb­be bene a nes­su­no. Mercato? Ab­bia­mo della li­qui­dità per muover­ci co­mun­que, ma serve equi­li­brio nel bi­lan­cio. Di certo non po­tre­mo solo com­pra­re. I tifosi vogliono il top player? Ma non vo­glia­mo pren­de­re qual­cu­no che possa crea­re pro­ble­mi all’in­ter­no dello spo­glia­to­io. Cosa serve pren­de­re una star se poi fa ombra a un po­ten­zia­le top player come Ko­va­cic o Icar­di? Può ser­vi­re di più un nome meno di grido, ma esper­to e più fun­zio­na­le al pro­get­to. Te­nen­do conto che, playoff per­met­ten­do, quest’anno sa­re­mo im­pe­gna­ti su tre fron­ti. Medel? Stia­mo an­co­ra di­scu­ten­do su al­cu­ni det­ta­gli e non fac­cio an­nun­ci prima della firma. Poi è chia­ro che dob­bia­mo te­ne­re sotto con­trol­lo anche delle al­ter­na­ti­ve. Non fac­cio nomi in ge­ne­ra­le, ma al­cu­ni gio­ca­to­ri che ci hanno detto di no in fu­tu­ro se ne pen­ti­ran­no. Jo­ve­tic, La­me­la e Cerci sono obiet­ti­vi im­pos­si­bi­li? Non sap­pia­mo, il mer­ca­to è aper­to. La cosa fon­da­men­ta­le è ri­spet­ta­re gli altri club. Per que­sto non vo­glio as­so­lu­ta­men­te che i miei di­ri­gen­ti par­li­no con i gio­ca­to­ri prima che con le loro so­cietà. Con Medel e Osvaldo mercato chiuso? E’ ovvio che dob­bia­mo pren­de­re un cen­tro­cam­pi­sta e un at­tac­can­te. Ma fare nomi non aiu­te­reb­be le no­stre stra­te­gie. Hernandez? Allo Uni­ted sono in atto tanti cam­bia­men­ti. Sarà utile ve­de­re all’opera i loro gio­ca­to­ri e par­la­re con i di­ri­gen­ti. Ma­ga­ri si parla di Her­nan­dez, poi ma­ga­ri alla fine dai Red De­vils pren­dia­mo un cen­tro­cam­pi­sta...».