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Il Giudice Sportivo Gianpaolo Tosel rompe il suo silenzio dopo la squalifica a Burdisso per il fallo su Conti, e lo fa scegliendo Radio Deejay per l'intervista: "Non posso spiegare perché Burdisso ha avuto due giornate dopo Cagliari-Roma, ho un obbligo deontologico preciso e non posso esprimere valutazioni" ha dichiarato, aggiungendo: "Nelle mie decisioni la base sono i 55 articoli del codice di giustizia sportiva, la mia funzione è quella di un notaio e ragioniere che prende atto di quello che c'è scritto nel referto degli arbitri e in base a quello commina le sanzioni. C'è un tariffario nel codice che non tutti conoscono: espressione ingiuriosa all'arbitro, minimo due giornate; condotta violenta, minimo tre giornate; doppia ammonizione, minimo una giornata. Non c'è spazio per interpretazioni. I giudici non guardano la tv, non ascoltano le radio, non leggono i giornali. Gli unici atti ufficiali su cui vertono i miei giudizi sono i referti degli arbitri e i rapporti della procura federale. Perché se la tv smentisce un episodio, il giudice commina lo stesso una squalifica? Il giudice può solo attenersi ai referti".
Analizzando quanto dichiarato da Tosel quindi le due giornate di squalifica inflitte al romanista sarebbero riconducibili solo a un'espressione ingiuriosa nei confronti dell'arbitro.
Il Giudice sportivo ha spiegato la sua volontà di non rilasciare ulteriori dichiarazioni: "Ho sempre auspicato una giustizia che non abbia nome e cognome, che sia silenziosa e non abbia un volto".
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