- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
primo piano
Domani sera allo stadio 'White Hart Lane' di Londra si gioca Tottenham-Inter, gara valida per il girone eliminatorio della Champions League 2011. Tra i pali nerazzurri, al posto dell’infortunato Julio Cesar, ci sarà Luca Castellazzi. Il secondo portiere della Beneamata, arrivato in estate dalla Sampdoria, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Ecco alcune delle sue dichiarazioni.
“La partita più importante? Ne ho giocate tante e in tutte le categorie che è davvero difficile scegliere. Però esordire da titolare in Champions, in uno stadio inglese, difendendo la porta dei Campioni d’Europa, non capita tutti i giorni. In questa partita giocherà anche Cudicini: con lui ci siamo incrociati in C1 io nel Monza, lui nel Prato e poi anche in B quando giocavo con il Padova e lui nel Castel di Sangro. Ritrovarsi in una partita come questa è un premio per chi ha fatto tanta gavetta”.
“Potevo lasciare la Sampdoria solo per l’Inter. C’ho pensato a lungo, ma qui sei in un’altra dimensione. È tutto amplificato, devi vincere sempre, con pressioni enormi. In fondo è per questo che un giocatore vive. E allenarsi con dei fenomeni ti aiuta a crescere anche a 35 anni”.
“Julio Cesar? Darò tutto, ma sono cosciente del mio ruolo di secondo e se lui torna in fretta io non posso che essere contento. Qui c’è chiarezza, non è come alla Samp dove l’anno scorso mi sono infortunato e non sono rientrato più. Nel nostro ruolo devi essere sempre pronto. Julio è ipercritico, ma è solo così che si diventa il migliore. L’ultima volta col Tottenham s’è arrabbiato tantissimo perché dopo aver fatto lo spettatore per tutta la partita ha preso tre gol con tre tiri. Ma sulle conclusioni di Bale non c’era tanto da fare”.
“Bale? Ha facilità di corsa e di tiro imbarazzanti. Ma c’è da temere anche la velocità di Lennon, il peso di Crouch e Pavllyuchenko. Senza Van der Vaart abbiamo noi un vantaggio”.
“Cassano? Con lui ci sono affetto e stima. Conoscendolo si sarà già pentito. Con Garrone aveva un bel rapporto, stento a credere che sia tutto finito. Spero che ricomporranno: basta un passo indietro da ambo le parti”.
“Entrare a freddo a Genova mi ha fatto sentire l’aria da derby, infatti i tifosi genoani non mi hanno fatto mancare i fischi neanche nel riscaldamento. In Uefa ho collezionato una ventine di presenze, però cinque anni a Marassi, nello stadio più inglese d’Italia, sono una buona palestra”.
“Se Julio non ce la facesse contro il Brescia affronterei un’altra mia ex, sono rimasti solo Corioni e Caracciolo. Ai miei tempi c’erano Baggio, Toni e Guardiola. Lui arrivò proprio la famosa domenica del 3 a 3 con l’Atalanta, quando Mazzone corse sotto la curva: Per alla fine della partita si chiedeva ‘Madove sono finito?’”.
“Emozionato? Come no, ma al di là delle informazioni tecniche sugli avversari, sarebbe sbagliato pensare troppo alla partita. Sprecherei solo energie che invece mi servono in campo, dove sarò protetto da quattro fenomeni. E là in difesa che si costruiscono i successi”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA