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L’Inter non vuole più vincere, senso di precarietà. Tre i capi d’imputazione di Inzaghi

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In casa Inter il clima non è certo dei migliori. Tanti giocatori non sanno dove giocheranno la prossima stagione e si percepisce in campo

Andrea Della Sala

L'Inter torna da Salerno con un solo punto. Tante occasioni sbagliati come dice mister Inzaghi, ma alla fine quella superficialità la paghi. Gli ingressi in campo nel secondo tempo non hanno dato quanto sperato, la squadra non ha chiuso la gara quando poteva e alla fine il pareggio di Candreva.

"Pure la partita di ieri ha finito per mettere sul banco degli imputati anche l’allenatore, per via di quelle sostituzioni che nel secondo tempo hanno largamente peggiorato la prestazione contro la Salernitana: non è la prima volta che accade. E poi, ancora: una preparazione atletica deficitaria, per una squadra che troppe volte abbassa il suo rendimento dal minuto 60 in poi. Come intervenire adesso, ad aprile inoltrato? E infine: troppi giocatori non in sintonia con le scelte dell’allenatore", spiega La Gazzetta dello Sport.

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"Sotto accusa ci sono anche loro, i calciatori. Lukaku continua a collezionare gol mangiati che fanno rima con figuracce. Lautaro è in una fase di involuzione – 1 gol nelle ultime 9 presenze – e a Salerno non ha saputo far meglio che cercare un tocchetto davanti a Ochoa. Correa è semplicemente Correa e Dzeko non è più fisicamente lui da settimane. E poi Brozovic. Ieri persino Onana. L’elenco è lungo. Ma più in generale, il senso di precarietà si avverte forte dentro lo spogliatoio. In quanti sono realmente sicuri di restare la prossima stagione? In quanti oggi sono chiamati a lottare per un posto in Champions League, competizione che forse l’anno prossimo neppure giocheranno con la maglia dell’Inter? Ora c’è Lisbona e il pericolosissimo Benfica di Roger Schmidt, una macchina che spaventa tutti in Europa. Qui gli stimoli arrivano da soli. Ammesso che bastino", aggiunge Gazzetta.

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