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Se Suning, dovesse fare il benservito a Pioli, i nomi per sostituirlo sono sostanzialmente due: Simeone ed Antonio Conte. Il fatto, comunque importante, è che a livello contrattuale, entrambi sono liberi da legacci. Conte ha firmato col Chelsea fino al 2019 guadagnando 6,5 milioni a stagione (in caso di titolo Abramovich dovrebbe ulteriormente alzargli l’ingaggio prolungando il rapporto fino al 2020), mentre Simeone ha “prosciugato” di un paio d’anni la durata del suo contratto con l’Atletico (dal 2020 al 2018) per potersi liberare senza alcuna penale e, al contempo, ottenere un aumento rispetto ai 6 milioni di ingaggio che già prendeva. Al di là delle possibili offerte di Suning, in questo momento il boccino è saldamente tra le mani dei due. Perché è vero che Conte non si è ambientato, che non è stato accontentato né a livello di richieste sullo staff tanto meno in quelle sul mercato, però - qualora Abramovich dovesse dargli garanzie di costruirgli una squadra da Champions -, anche la tentazione di vincere il campionato con l’Inter sulla Juventus, potrebbe essere annacquata dall’idea di conquistare il tetto d’Europa con i Blues. Allo stesso modo Simeone solo a fine stagione capirà se è a fine ciclo oppure se c’è ancora terreno fertile per un altro anno di Cholismo a Madrid. Anche in questo caso c’è la variabile Champions: dovesse finalmente vincerla, facile pensare che l’argentino ritenga compiuta la sua missione.
(Tuttosport)
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