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Ts – Inversione di rotta:ci si decurta l’ingaggio per vestire la maglia nerazzurra

Giovanni Montopoli

Come cambiano le situazioni in soli 4 anni. Era il 2010, l’Inter si accomodava sul tetto del mondo, Josè Mourinho lasciava la panchina nerazzurra (con lui Balotelli che salutava compagni e staff per trasferirsi in Inghilterra) e i nerazzurri...

Come cambiano le situazioni in soli 4 anni. Era il 2010, l’Inter si accomodava sul tetto del mondo, Josè Mourinho lasciava la panchina nerazzurra (con lui Balotelli che salutava compagni e staff per trasferirsi in Inghilterra) e i nerazzurri – con due allenatori – davano il la alla fase decadente. Fase che sembra arrivata a conclusione.

Estate 2014, qualcosa è cambiato.

È il segno della crisi, ma non solo. È il cambio di filosofia tra la gestione Moratti e quella Thohir, con l’indonesiano che – per migliorare i conti – ha deciso di salutare tutti i senatori rimasti, andando a risparmiare qualcosa come 30 milioni.

I nerazzurri, per ripartire, hanno bisogno di abbattere i debiti, sviluppare il brand, aumentare i ricavi da marketing e sponsor e riportare la squadra stabilmente in Europa. Sforbiciata anche per quanto riguarda il monte ingaggi dei giocatori. Sono lontani i tempi degli stipendi da super star (Eto’o 10,5 milioni; Sneijder 6 milioni) e sono lontani i tempi di stipendi importanti come quelli di Milito, Cambiasso. Ora è il tempo dei M’Vila e degli Osvaldo che si decurtano lo stipendio, è il tempo dei giocatori mandati in prestito de quali l’Inter non intende sobbarcarsi lo stipendio, è il tempo di cessioni importanti, è il tempo di far rientrare il monte ingaggi complessivo tra i 70 e gli 80 milioni di euro   (come auspicato da Ausilio a metà stagione).

Il tempo giusto, sembrerebbe esser arrivato. Al momento i nerazzurri vantano un monte ingaggi pari a 75 milioni di euro e da qualche cessione ingombrante potrebbe venir fuori “un positicino” per un ultimo colpo di mercato.