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Se Odgaard è dell’ Inter, merito è della velocità con cui Samaden e Ausilio hanno chiuso l’operazione con Simon Friis, procuratore del ragazzo e Filippo Cavadini, che dell’affare è stato intermediario. Un blitz che ha messo fuori gioco la Roma - che fino all’ultimo con Monchi ha provato a inserirsi - e la Fiorentina che aveva fatto un’offerta ufficiale al Lyngby. Operazione dai costi contenuti soltanto perché Odgaard era a un anno dalla scadenza: quando l’ Inter l’aveva avvicinato la prima volta nel 2016, il Lyngby rifiutava ancora richieste da 3-4 milioni.
Secondo TuttoSport, il club nerazzurro però ha avuto il merito di non mollare la presa sul giocatore, ha inviato uno 007 (Manighetti) a osservarlo prima in due amichevoli giocate con l’Under 18 danese in Toscana, quindi altre cinque-sei volte col Lyngby, e ha avuto il merito di bloccare il giocatore prima che si scatenasse l’asta. Odgaard ha già fatto il ritiro estivo a Brunico con Spalletti e, per caratteristiche (con dovute proporzioni), ricorda il primo Ibrahimovic per la capacità di saper coniugare un fisico da granatiere (è alto 1 metro e 90) a un’agilità fuori dal comune per un giocatore di quella stazza.
Tra l’altro, tatticamente è il prototipo dell’attaccante moderno, considerato che sa usare entrambi i piedi, che può indifferentemente giocare come punta centrale e insieme a un’altra prima punta. Gli ostacoli maggiori, per ora, Jens - che pure nell’ultima gara con l’Under 19 aveva segnato una tripletta, avversaria la Svezia - li ha con l’italiano che sta però studiando con un insegnante privato. Per il resto, di nordico ha solo l’aspetto, come prova la facilità con cui ha legato con i compagni che abitano insieme a lui nei mini appartamenti del club in zona Interello. Tra l’altro, Odgaard è di ottima famiglia (il padre lavora per un ministero): il che, non guasta.
(Fonte: Stefano Pasquino, TuttoSport 18/09/17
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