In principio è stato il derby. Pur senza aver mai avuto conferme ufficiale, nella prima stracittadina milanese tra due club di proprietà cinese, i due padroni hanno evitato accuratamente di salutarsi. Dicono sia stato il giovane Steven Zhang a starsene ben al largo da Yonghong Li, su indicazione della casa madre. In ogni caso, la foto più attesa di quel pomeriggio, ovvero una stretta di mano tra le due neo-proprietà cinesi, nessuna l’ha mai potuta fare. Dicono che l’ordine fosse arrivato da Nanchino, ovvero dal quartier generale di Suning, ma ovviamente non ci sono mai state conferme in tal senso. Di sicuro, però, la famiglia Zhang, imprenditori vecchia maniera e alla guida di un colosso internazionale, ritengono di non aver molta da spartire con Yonghong Li, le cui attività sono certamente più misteriose. Dal mercato ai bilanci, dallo stadio ai conti, tutte le occasioni sono buone per punzecchiarsi. E gli incroci pericolosi, ovvero tutti quei dirigenti che Fassone aveva avuto all’Inter e ha voluto portarsi al Milan hanno fatto il resto. La particolare manovra finanziaria che ha portato i cinesi ad acquistare il Milan e la roboante campagna acquisti successiva non ha potuto passare inosservata in casa nerazzurra. Tanto che, di fronte ai paragoni tra l’attivismo rossonero e l’immobilismo nerazzurro, Sabatini ha sentito il dovere di intervenire: «Il Milan non è per noi un modello. Noi non dobbiamo rifondare ma integrare». Persino Thohir, uno che ormai più sta lontano dal club e meglio sta, ha invece ritenuto necessario intervenire per una precisa frecciatina: «Al Milan ci sono nuovi investitori che stanno spendendo molto, noi abbiamo una concezione differente».
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TS – Zhang contro Yonghong Li: a Milano è guerra fredda tra Inter e Milan?
La famiglia Zhang, imprenditori vecchia maniera e alla guida di un colosso internazionale, ritengono di non aver molta da spartire con Yonghong Li
(Tuttosport)
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