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Tutto Moratti: “Thohir sarà  tifoso. Messi, Ronaldo, Botta e i progetti…”

Daniele Mari

Massimo Moratti, per la prima intervista ufficiale dopo la cessione a Thohir, ha scelto di giocare in casa. Ai microfoni di Inter Channel, ospite di Mondo Inter, il presidente ha parlato di tutti i temi d’attualità. Fcinter1908.it ha...

Massimo Moratti, per la prima intervista ufficiale dopo la cessione a Thohir, ha scelto di giocare in casa. Ai microfoni di Inter Channel, ospite di Mondo Inter, il presidente ha parlato di tutti i temi d'attualità.

Fcinter1908.it ha raccolto le sue parole: "Io il primo a fare un sito ufficiale? Non potevo che essere il primo perché 40 anni fa non c'era. E' merito di mia moglie che è fisica, informatica e ha insistito su questa cosa".

ORGOGLIO - "Divertente quello di essere il primo a far giocare tutti stranieri. Quello che fa più contento il pubblico: se è la coppa, se è il Triplete, la continuità di certi scudetti. Una cosa che mi rende orgoglioso è Inter Campus. Uno sembra che voglia indorare ma è giusto farlo. Ed è giusto continuare a farlo"

TESTA ALTA - "Vedi il calcio come strumento per esprimere le cose più belle che hai dentro. Puoi fare degli errori ma possono venir fuori anche cose belle. Credo sia un modo per esprimersi, capire quello che vogliono i tifosi. Che non è soltanto il gran giocatore, che è una cosa normale e giusta. Ma molte volte vuole un segno della società, un certo tipo di comportamento. Di particolare l'Inter ha il fatto di essere sinceramente molto diversa dal punto di vista dell'attaccamento. Ogni tifoso si sente partecipe, un po' presidente ed è giusto così. Con tifosi così bisogna sempre avere un marchio, è ovvio che sia così. Mi ricordo che all'inizio mi dissero: non comprare giocatori di colore che qui c'è una curva. E io forse per provocare il primo che ho preso è stato Ince. E la risposta del pubblico? Fantastica. Ince è stato uno dei più adorati. Questo cercare di capire il tifoso è la cosa che l'Inter ha fatto sempre di più rispetto alle altre società".

RIPAGATO DALLA GENTE - "Decisamente sì. I tifosi sono sempre stati affettuosi, comprensivi. Quando hanno protestato avevano ragione. Non ho mai avuto alcun problema nel rapporto con i tifosi. La proprietà di una squadra di calcio è loro. Poi c'è gente come me che passa per caso ma chi ha in mano la società, la supporta e la fa vivere sono i tifosi".

SENTIMENTI - "Nostalgia? Sinceramente nel 1995 l'ho sentita come una gioia ma anche una responsabilità. Ci sono stati anche momenti difficili, abbiamo anche dovuto affrontare delle belle montagne. Quando vuoi bene a qualcuno ti piace pensarci. Pensi a tutto come qualcosa di spaventosamente interessante. Non ho il diritto di dire: ora continuo sempre io. L'Inter ha una sua storia prestigiosa che deve continuare. Trovo che sia giusto se non passare la mano non sentirsi protagonisti sempre".

IDEA THOHIR - "Quando è nata? Dopo il Triplete abbiamo fatto un anno buono, abbiamo cambiato allenatore e chi è arrivato aveva un po' di fastidio nel ricordare quello che avevamo fatto. E noi dovevamo far finta di dimenticarcelo. Potevo fare delle scelte sbagliate come è successo ma ho pensato che fosse giusto guardarsi in giro. Anche perché non è leggerissimo gestire una squadra di calcio. C'era questa cosa con i cinesi che volevano fare lo stadio, poi hanno avuto problemi a casa loro. C'erano contratti firmati ma non si è concretizzata ma è rimasta l'idea di trovare un socio. Questi signori sono entusiasti, hanno un mercato notevole che si può sviluppare con il marchio dell'Inter che è anche un bene per la società".

ANCORA PRESIDENTE - "Avendo avuto un ruolo di responsabilità è difficile assumere altri ruoli. Loro, molto gentilmente, mi chiedono di restare e continuano a chiedermelo. Vedremo cosa vuol dire. Questi signori pensano che io possa essere utile. Però poi chiunque fa il presidente si deve fare la sua esperienza, si perde, si vince. Un presidente si deve fare la sua esperienza. La differenza con gli altri è che questi vivono molto lontano dall'Italia. E' questo il motivo per cui chiedono questa partecipazione. Se mi sentirò abbastanza libero, rispettando il nuovo assetto societario, vedremo. Anche nella vita di tutti i giorni del calcio italiano, non solo nell'acquisto dei giocatori. Loro si rendono conto che questa è una società diversa rispetto a quella americana, ci sono milioni di tifosi. Non son mica scemi questi. E' per questo che trattano la società con delicatezza ed è giusto che l'Inter venga trattata con delicatezza. Non voglio essere io a metterla in difficoltà e quindi magari vedrò di obbedire ai tifosi (che gli chiedono di restare presidente ndr)".

LA TOURNEE' - "E' partito tutto da lì? Un po' ti rimane in mente l'entusiasmo. Quando c'è stato l'approccio di questi signori mi è venuto in mente quell'affetto. Ha pesato come ricordo positivo di un posto in cui c'era tanto entusiasmo. E questo ha aiutato anche queste persone a fare un investimento del genere".

PODIO DEI TROFEI - "Ad essere un pochino snob metterei la Coppa Campioni in basso. La Champions League che abbiamo vinto a Madrid sentivamo di averla vinta prima di giocarla, eravamo serenissimi, certi di vincerla. Invece sofferenza atroce a Siena con quel pallone all'ultimo minuto. Deve dire che il campionato vinto a Parma con Mancini è stato bellissimo. Ho visto i gol che ha fatto Ibrahimovic nelle ultime partite: spettacolo. Quel campionato lì fu fantastico, una gioia infinita. Anche la prima coppa Italia, col Milan che aveva perso a Istanbul, venne considerata quasi una Champions. La pacificazione di tutti i sentimenti è arrivata con la Champions League, era la conferma di una forza".

THOHIR - "Sono sensazioni per come l'ho visto al tavolo di lavoro e poi come amico. Mi è sembrato allegro e non musone. Tendenzialmente allegro come carattere, fa simpatia. E' certamente ambizioso e va bene per le conseguenze che può avere sulla società. E poi è lavoratore, è dalla mattina alla sera in giro. Ha una carica di volontà forte. Ha molto senso dell'amicizia mi sembra di capire. Ha due soci che sono amici da 25 anni. Li ho conosciuti, sono diversi uno dall'altro ma molto interessanti. E' un gruppo che mi sembra possa dare molto. La loro possibile difficoltà è quella di vivere lontani ma se ne rendono conto. Ed è per questo che sono prudenti. Non vogliono essere invadenti, non vogliono fare la figura dei prepotenti. Ogni tanto mi chiama e mi dice: non sono come mi hanno descritto. E' semplicissimo e vorrebbe che la gente lo capisse. Vuole conoscere i tifosi, non ha vissuto 50 anni di storia ma facendo il presidente si fa presto perché è tale la sofferenza che diventi supertifoso altro che tifoso".

NUOVA SOCIETA'  - "La parte che mi è piaciuta di più è che cercano di capire questo pubblico dell'Inter cosa vuole e questa è la cosa migliore. In Inghilterra ci sono i russi, gli americani, orientali. Vengono da tanti paesi diversi. Lì è qualcosa che ha preso piede, sta crescendo una certa parte di professionisti che lavorano per conto di. Qui è una cosa nuova, solo la Roma è straniera ma ha avuto una storia tutta diversa. Qui è una cosa nuova. Voglio spezzare una lancia a favore delle persone che lavorano in società. Hanno spessore, esperienza e sono interisti. Questo non serve per mettere distintivi, serve perché la musica funzioni sempre nella stessa maniera. Al di là del presidente il pubblico dell'Inter è quello. Le persone in società sanno lavorare bene. Poi chiunque arrivi avrà le sue preferenze. Ma non credo che abbiano intenzione di fare stravolgimenti perché è un rischio".

SOCIO ITALIANO - "Non era facile da trovare, non l'ho cercato perché se c'è uno interessato si fa vivo. All'estero c'è il vantaggio per conto mio che non fai fatica a cercarti il mercato perché te lo portano loro. Quindi guadagni tempo. E poi c'era l'orgoglio che il nome dell'Inter sia amatissimo in posti lontani. So che in Indonesia sono impazziti per questa nuova avventura. E non è che perdi i tifosi italiani, aumenti il numero dei tifosi. Soci italiani in questo momento è difficile. Andare avanti da solo? Credo che forse ho fatto anche il mio tempo. Non l'ho fatto per me stesso, l'ho fatto per la gente. Credo ci sia bisogno di gente nuova, volti nuovi, idee nuove".

RONALDO - "Quella era stata un'idea nuova. Tutte le società forti allora non lo avevano considerato, non credevano possibile prenderlo. Era considerato un acquisto impossibile. Quindi incredibilmente non c'era concorrenza. La cifra sembrava altissima ma l'abbiamo rivenduto non più integro e fenomenale al doppio della cifra. E come sponsor e tutto il resto si è ripagato subito. Ed è stata una delle migliori cose che abbiamo fatto. E' stata un'ottima operazione anche per la società".

MESSI - "Lo guardai in tv e dissi: questo è fortissimo. Ogni tanto se lo ricorda e mi manda la maglia firmata. Abbiamo tentato con Messi ma era sinceramente legato al Barcellona perché il Barcellona gli era stato vicino quando era stato poco bene".

ALTRE SOCIETA' FARANNO COME L'INTER? - "Non vogliamo insegnare nulla. Trovo che non sia mai male quando ci sono investimenti stranieri in Italia. Non ti portano via niente. Se vai meglio anche tu puoi ricomprare e fare la stessa cosa all'estero".

LA BATTUTA - "Mio figlio l'altro giorno mi ha detto scherzando: ho sentito che hai preso il 30% dell'Inter".

INTER SUL CAMPO - "Nelle ultime tre partite non siamo stati baciati dalla fortuna ma Mazzarri si è fatto un'esperienza fortissima. E' persona molto reattiva e per conto mio capacissima in un ambiente nuovo. Deve anche lui ritrovarsi man mano. Lo fa con molta velocità, è molto apprezzato dai giocatori. E' un lavoratore fenomenale, sta vicino ai giocatori dalla mattina alla sera. Ne potevamo fare a meno di queste tre partite ma se doveva succedere meglio adesso. L'importante è che non ci siano infortuni che durino tanto. Giocatori di esperienza, se stanno bene, ora ti possono servire".

I SENATORI - "Il pubblico dell'Inter adora i giocatori che hanno vinto il Triplete. Specialmente adesso che non stai vincendo ti rendi conto di cosa significa quella vittoria. E quelli che abbiamo noi possono ancora dare tanto. Non è facile sostituirli. Sei quasi geloso di come si muove Milito. Zanetti è fantastico, ho sentito che si sta allenando già da oggi. E' incredibile, pensavo avesse bisogno di altri due o tre mesi invece è già quasi pronto. Poi sono tutti legatissimi all'Inter al 100%. Cambiasso è un esempio di professionalità e serietà. Samuel poi...daranno tutti tantissimo e saranno utilissimi. Gli vogliamo bene"

MAZZARRI - "Fa parte del suo modo di essere aprire un dialogo con i giocatori. Un uomo validissimo da questo punto di vista. Penso che saprà concretizzare il tutto con prestazioni che ci faranno felici".

VERONA - "Penso che abbia sorpreso tutti questo inizio. Non è facilissimo trovare una squadra che ha questa continuità arrivando dalla B. Ha ragione Mandorlini che si gode il momento, poi con l'Inter si può anche perdere e non succede niente di grave (ride ndr). Se la vede così mi va anche bene".

ITURBE - "Iturbe mi piace? E' uno di quelli che avevo letto che stavamo seguendo. Già il nome sembrava una promessa. Iturbe è come Wallace, è in prestito con un riscatto ad una cifra importantissima. Chi viene bene per noi è Botta, che se torna a giocare qui può fare molto bene. Quello è un bel giocatore".

I FIGLI - "Mi fa piacere che parlino dell'Inter come qualcosa di amico. E' un segno di continuità che non so come si esprimerà ma certamente una continuità. Chi ha preso peggio la cessione? Certamente mia moglie perchè lei è una costruttiva che pensa sempre che si potesse fare un passo in più. Certamente la Bedy non è felicissima ma è buona e non dice cose che possano farmi rimanere male. I miei figli seguono con grande responsabilità la situazione. Cambia sostanzialmente per me"

ALLENATORE - "Ho sempre pensato che fosse un mestiere difficile, io che ne ho condannati parecchi. Faccio fatica a parlare di cose tattiche tanto per dirvi che non vi perdete proprio un bel niente. Il mio sinistro? Si sa che ero fortissimo. Meglio di Corso? Ce la battevamo".

LE SQUADRE DI MORATTI - "Salverei due squadre, quella di mio padre e quella del Triplete. Non potrei togliere uno di questi giocatori, sarebbe antipatico. Facciamo una squadra escludendo quelli. In porta Zenga, escludendo Sarti e il fenomenale Julio Cesar. Terzini direi Brehme e Roberto Carlos. Non è mai facile mettere i difensori e questo fa capire anche la linea delle campagne acquisti. Centrali direi Bergomi, Passarella e Cordoba. Matthaus e Ince li devi mettere, a Ince voglio bene. E poi i tre attaccanti: Ronaldo non si può non mettere, Ibrahimovic senza dubbio e poi mettiamo Recoba che tutti sanno che è una mania (ride ndr)"

CONCLUSIONE - "L'Inter ha la sua storia e l'avrà, che è sempre bellissima. Noi continueremo a sostenerla e a voler bene all'Inter. Sono io che a questo punto, pur dovendo continuare a fare qualche cosa, rispetto al passato sono riconoscente in pieno. Sembra una cosa stupida ma come saluta il tifoso non ti saluta nessuno. Perché ha dentro la stessa cosa che hai tu. Anche in momenti difficili come il 5 maggio il sostegno dei tifosi è stato fondamentale. Io devo inchinarmi e ringraziare e dire che sono debitore assolutamente di tutti questi tifosi per il loro sostegno".