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Erick Thohir è pazzo per l'Inter. E' questo quello che si intuisce in una sua intervista in esclusiva su Repubblica. Si parte da Torino-Inter, partita emozionante:
"Molto. Non ho resistito al buon senso che mi consigliava di andare a letto, visto che stamattina avrei dovuto alzarmi presto. Ma non sono pentito. Alla fine sono rimasto incollato allo schermo quasi fino all’alba. In dieci contro undici, meritavamo di vincere».
Le piace la squadra di quest’anno?
«Sì. C’è un bell’equilibrio tra chi ha qualche anno in più e l’entusiasmo dei giovani. Cambiasso e Campagnaro danno sicurezza, come Handanovic, anche se ha solo 29 anni. Ma alle loro spalle c’è l’energia di Juan Jesus, Taider, Icardi e Belfodil, il futuro ».
Sarà così la sua Inter?
«E’ il mix che vorrei, esperienza e freschezza atletica. Condite da giocatori collaudati come Guarin e Nagatomo. Il mio sogno? Utilizzare di più i ragazzi della primavera che fanno tanto bene nei loro campionati. Ci vuole fiducia. Credo che tanti giovani talenti italiani abbiano diritto alla chance di giocare in prima squadra per dimostrare davvero quanto valgono».
Che ne pensa di Walter Mazzarri?
«Il lavoro che sta facendo mi piace molto. Ha messo in campo una squadra “exciting”, in grado di divertire. Magari qualche volta si pareggia come ieri. Può capitare pure qualche sconfitta. Ma di sicuro l’Inter quest’anno è bella da vedere. Mi ricordo tante partite noiose con la squadra tutta chiusa in difesa…».
A dire il vero la difesa a 11 era uno dei marchi di fabbrica di Mourinho, uno che qualche soddisfazione agli interisti l’ha regalata…
«Ok. Lo so che qualche volta bisogna difendersi per portare a casa il risultato. Ma non mi fraintenda. Voglio rassicurare i fan nerazzurri: io vengo a Milano per vincere».
E’ vero che venderà la quota dei Philadelphia 76ers, la squadra Nba, per concentrarsi sull’Inter?
«Sì. Chiuderò l’operazione la prossima settimana cedendo la partecipazione con un buon utile ai miei partner in quell’avventura. Amo molto lo sport, amo la pallacanestro in particolare. Ma l’obiettivo del mio gruppo adesso è far crescere i nerazzurri e il Dc United, la squadra che ho comprato a Washington».
Che quest’anno, mi perdoni, non va molto bene.
«Non è vero, abbiamo vinto la Us Open Cup che era il nostro grande obiettivo. E io sono contento così».
La piazza preme. Può promettere qualche bel colpo di mercato per gennaio?
«Del futuro e dei miei progetti non parlo finché non abbiamo chiuso l’affare, gliel’ho detto. Ho grande rispetto della storia e della tradizione dell’Inter e di Massimo Moratti».
Suoi figlio Aga, 14 anni, è tifoso della Juventus. E’ giovane, c’è ancora tutto il tempo per fargli cambiare idea.
«Sono un padre aperto. E in famiglia rispettiamo le idee di tutti. Sul calcio, poi, non andiamo d’accordo quasi su niente. In Premier League io tengo all’Arsenal e i miei due figli più appassionati di calcio (ne ha quattro in tutto, ndr.) al Manchester United. In Spagna siamo divisi tra Real Madrid e Barcellona. Ogni domenica a mezzogiorno discutiamo per ore al nostro tradizionale pranzo di famiglia. In Italia l’Inter batte la Juve due (io e mio figlio maggiore) a uno».
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