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L’Inter ce l’ha col VAR. Mariani, spiegazione a Farris. Tre episodi tornano in mente

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Dopo il rigore concesso all'89esimo alla Juve per il richiamo di Guida al VAR il club nerazzurro resta perplesso e non ha certo condiviso la soddisfazione di Rocchi

Eva A. Provenzano

La rabbia dell'Inter per i due punti persi contro la Juventus non si è placata, ovviamente. Anche il Corriere dello Sport spiega cosa viene contestato in casa nerazzurra: l'applicazione del protocollo. "Il club interista, infatti, ritiene che Guida, l’addetto al Var per il match con la Juventus, non dovesse intervenire per segnalare l’episodio a Mariani, che, in base alla sua gestualità, l’aveva già valutato e considerato non punibile. Significa che non doveva essere ritenuto un «chiaro ed evidente errore», dunque suscettibile di revisione. Del resto, l’intensità di un contatto dovrebbe restare di competenza del direttore di gara", spiega il quotidiano sportivo.

Mariani, il direttore di gara, rientrando nel tunnel degli spogliatoi, avrebbe detto a Farris - il vice di Inzaghi - che "era un rigore chiaro". Ma avrebbe anche detto che non poteva non assegnarlo una volta che è stato richiamato dal VAR. Una volta riviste le immagini in tv. E l'Inter è ovviamente consapevole di questo. Se il VAR dà quella comunicazione difficilmente l'arbitro la smentisce. Ma il punto è Guida, da protocollo, poteva intervenire oppure no? Se si ascolta la versione di alcuni moviolisti chi era al VAR ha riscontrato la negligenza e poteva quindi intervenire a prescindere da quanto visto da Mariani in campo (aveva fatto cenno di proseguire.ndr). Ma episodi simili non sono stati trattati allo stesso modo.

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Gli episodi incriminati

Qualche ora prima il Var non aveva richiamato l'arbitro in campo per un fallo di Vina su Anguissa in Roma-Napoli. Il pallone, anche in quel caso - spiega il quotidiano - "non era più a distanza di gioco per il secondo". Per questo non sono state recepite certo con compiacimento le parole di Rocchi, designatore AIA, sulla soddisfazione per il lavoro dei suoi arbitri. Una settimana prima proprio lui aveva considerato giusto il mancato intervento ella tecnologia per il fallo di Hongla su Lautaro (toccato sul piede). E a inizio stagione proprio Rocchiaveva detto: «Sui rigori abbiamo chiesto di tenere una soglia molto alta, vogliamo rigori molto molto seri». Parole che ieri sono tornate in mente ai tifosi nerazzurri più attenti. Ma soprattutto dalle parti della Pinetina.

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Senza dimenticare, e come si potrebbe, a fine della scorsa stagione Perisic che marca in area Cuadrado. Non fa fallo ma l'arbitro assegna il rigore al colombiano che sembra lasciarsi cadere. Il croato non crede ai suoi occhi. In quel caso ancora rigore per la Juve. Ma il VAR non intervenne lasciando tutti ad occhi spalancati. Poche polemiche, vero, erano rimasti molto sbigottiti i tifosi ma il club non aveva protestato. Perché lo scudetto era già vinto.

Ora si alzerà la soglia di attenzione dei dirigenti nerazzurri che chiedono ovviamente parità di trattamento. Resta ovviamente la mancata vittoria dovuta solo al rigore assegnato (la Juve non aveva avuto occasioni nitide fino a quel momento) tanto da far ammettere ad Inzaghi: "Era l'unico modo per incassare gol". Uno sfogo amaro che ha sottolineato la perplessità dell'ambiente di fronte a quell'episodio. Nella speranza che non siano punti persi decisivi, Marotta e Ausilio ieri sono stati ad Appiano Gentile con la squadra. Da quell'episodio bisogna ripartire. Con la rabbia di chi vuole riprendersi tutto.

(Fonte: Corriere dello Sport)

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