"Gol a Tottenham e Lazio? In quel momento non sento niente, sei dentro la partita, sei concentrato su quello che devi fare. Mi emoziono di più quando ho rivisto il gol, la telecronaca, i video dei tifosi. Quando sei dentro non riesci a capire esattamente quello che succede. Con lo stadio vuoto è molto diverso, c'è un clima molto più rilassato, da allenamento praticamente. Non c'è quella pressione lì che ti procura lo stadio pieno quando devi vincere o quando stai facendo male. È difficile giocare senza pubblico, io con l'infortunio sono stato tanto tempo fuori e adesso sto giocando qualche partita, si respira un ambiente diverso. Quando sbagli è importante dimenticare subito e ripartire. Quando fai bene invece ti dà più fiducia, soprattutto all'inizio della partita, rischi di più, il corpo ti fa sentire se stai bene. Già dal riscaldamento quando mi sento libero e sento che le gambe vanno forti, so che non avrò problemi. Invece quando arrivi da 3 partite consecutive magari ci metti un po' più di tempo per entrare in partita o parti piano per poi accelerare".
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Vecino: “Infortunio momento difficile. Scudetto traguardo importante. Godin lo scorso anno…”
"L'infortunio? È difficilissimo. Quest'anno è stato molto duro per me, avevo iniziato con dei problemi prima del lockdown. Poi siamo ripartiti a maggio che stavo peggio, si era creato un edema osseo. Ho provato a fare una terapia conservativa, sono andato a Barcellona diverse volte. Mi allenavo bene per diversi giorni, poi quando forzavo di più sentivo che non andava bene. Si doveva fare qualcosa, i dottori fanno di tutto per evitare l'operazione. Nel mio caso mi hanno suturato, poi è iniziato il recupero e due mesi dopo piano piano che andavo avanti il ginocchio si gonfiava. Non avevo dolore e niente, ma il fatto che si gonfiasse era chiaro che c'era qualcosa che non andava. Sono andato a Barcellona e mi hanno detto che dovevo operarmi di nuovo, avevano paura che ci fosse un'infezione. Poi il problema era uno dei punti che mi avevano dato. Dovevo ripartire di nuovo da zero e ho detto resto qua finché non riesco ad allenarmi e sono rimasto a Barcellona da settembre a dicembre. Psicologicamente è stato difficile, soprattutto la ricaduta".
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