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Veleno Gasp: “Inter, mai un gioco. Vincente per Calciopoli. A Mou tutto, a me…”

L’allenatore del Genoa Gian Piero Gasperini torna a parlare del passato all’Inter, sua prossima avversaria in campionato. Lo fa con parole aspre e rancorose.«Era stato subito bocciato il mio modo di fare calcio. Il presidente, la...

Lorenzo Roca

L'allenatore del Genoa Gian Piero Gasperini torna a parlare del passato all'Inter, sua prossima avversaria in campionato. Lo fa con parole aspre e rancorose.«Era stato subito bocciato il mio modo di fare calcio. Il presidente, la critica e l’ambiente in generale mi considerava un irresponsabile velleitario perché volevo giocare a tre in difesa. Ma dopo l’era Mourinho era necessario svoltare, un sistema di gioco diverso mi sembrava il modo migliore per fare punto a capo. E, infatti, ora con Mazzarri l’Inter gioca con la difesa a tre».Ma anche il pragmatico Mazzarri non riesce a tirare l’Inter fuori dal limbo.«L’Inter è una buona squadra e, sotto il profilo del gioco, l’ho vista tenere testa alla Juventus. Qualcosa si è inceppato, ma è anche vero che le prime marciano a ritmi stratosferici».Ma è davvero così difficile vincere all’Inter?«Non è mai esistito, a differenza del Milan, il concetto di gioco di squadra. Sono arrivati tanti fuoriclasse a cominciare da Ronaldo, si punta sui singoli e sulla grande individualità. Ma prima di Mourinho aveva fallito persino Lippi».Poi, però, è arrivato lo “Special One”.«Mourinho ha vinto tutto soprattutto perché, grazie a una considerazione, che si era guadagnato sul campo, ha potuto dettare la linea. Io non sono riuscito a farmi prendere Palacio e a evitare che andasse via Thiago Motta. Luiha ottenuto che fosse ceduto Ibrahimovic e con quella cessione ha rifatto la squadra, prendendo Eto’o, Milito, Thiago Motta, Sneijder e Lucio».Prima aveva vinto anche Mancini.«La svolta era venuta da Calciopoli che ha annientato la Juventus, senza l’Inter avrebbe continuato a non vincere. Poi, dopo Mourinho, il trend è tornato il solito, ma un allenatore come Benitez meritava maggiore credibilità. E a me, poi, hanno dato solo due mesi».